Epbd, Ecodesign, pompe di calore: quale futuro per i sistemi di riscaldamento in Europa?

Molti aspetti sono ancora da chiarire, come il sostegno ai consumatori e alle famiglie meno abbienti. "Serviranno i soldi del Social Climate Fund", ci dice Davide Sabbadin, Senior Policy Officer for Climate presso l'Ufficio europeo dell'ambiente.

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Con l’approvazione da parte del Parlamento europeo della Epbd, la direttiva europea sulle “case green” che punta a indicare la strada all’Europa per un parco immobiliare completamente decarbonizzato entro il 2050, il tema del futuro delle tipologie di riscaldamento nelle nostre abitazioni torna al centro del dibattito di addetti ai lavori e consumatori.

Il testo prevede il graduale abbandono entro il 2040, ad esempio, delle caldaie a gas (anche se non è chiaro come intenda raggiungerlo, come abbiamo spiegato qui), anche se si attende una definizione esatta sul futuro di questi dispositivi da parte della Commissione europea che possa chiarire alcuni dubbi; si parla anche di dispositivi hydrogen ready o di sistemi integrati (caldaia e pompa di calore), al momento non menzionati.

“Si spera che questa definizione arrivi presto, dopo l’approvazione formale del Consiglio europeo di aprile”, spiega a QualEnergia.it Davide Sabbadin, Senior Policy Officer for Climate presso la rete di  associazione ambientaliste Ufficio europeo dell’ambiente – European Environmental Bureau (Eeb). “Mi auguro soprattutto che la definizione arrivi prima delle elezioni europee – aggiunge – altrimenti c’è il rischio che deciderà un nuovo commissario all’Energia, forse più favorevole all’uso del gas”.

La Epbd però è passata. Cosa succederà con le caldaie a fonti fossili da qui al 2040?

Dipende da quale interpretazione daranno gli Stati membri. Nei prossimi 17 anni ci aspettiamo iniziative che porteranno ad avere al 2040 tutte le caldaie sostituite da altri sistemi, sperando non ci sia bisogno di andare a spegnere la caldaia di qualcuno. Si può teoricamente anche immaginare che qualche Stato da gennaio 2041 tolga il gas dalla rete domestica.

È comunque una transizione che avrà un costo.

Per quello si potrebbe far ricorso al Social Climate Fund che entra in vigore dal 2026, per proteggere categorie di cittadini più deboli dagli aumenti previsti nel 2027. Non è chiaro però come verrà gestito. I soldi andranno alle famiglie meno abbienti oppure saranno fondi a pioggia per tutti? Saranno a disponibilità completa dei cittadini o vincolati all’acquisto di tecnologie per interventi di efficienza energetica? Lo vedremo.

Oltre alla Epbd resta sospeso anche il discorso sull’Ecodesign, i nuovi standard per gli impianti di riscaldamento proposti dalla Commissione Ue, che vieterebbero dal 2029 la nuova installazione di caldaie a gas autonome. Ci sono novità su questo fronte?

È al momento congelata. Non dicono che non la faranno, ma per ora è tutto bloccato. La Germania ha cambiato idea, l’Italia è stata contraria fin da subito.

Anche il piano europeo per le pompe di calore sembra congelato…

È stato sacrificato dall’attuale Commissione sull’altare delle elezioni europee. Le novità principali vengono dal mercato, che spinge sempre di più in questa direzione. Ora ci sono molti modelli basati su propano e refrigeranti naturali, ad incasso, ibridi, ad alta temperatura, che sostituiscono le caldaie senza la necessità di fare rilevanti lavori nell’abitazione. Come immaginavamo, l’innovazione tecnologica sta mettendo in campo risposte a tutti i tipi di edifici esistenti. Però…

Però?

Ci sono due problemi. Il primo è il costo dell’energia elettrica, ancora troppo tassato e troppo più alto rispetto al gas. E purtroppo poi non esistono tariffe dedicate per chi usa le pompe di calore. Il secondo è il prezzo di acquisto del dispositivo. Una pompa di calore costa di più di una caldaia, anche se economicamente è più vantaggiosa nel tempo. Il consumatore deve avere i soldi in banca per installarla, e molte famiglie non li hanno. Qualcuno sta ovviando a questo problema offrendole in leasing.

Manca all’appello il solare termico. Che prospettive ci sono?

È una tecnologia importantissima e matura. Ha dimensioni contenute e un rendimento più alto del fotovoltaico, ha un’ottima combinazione con le pompe di calore, anche se molti produttori non l’hanno capito. Può svilupparsi un mercato molto interessante se integrati, perché i produttori stanno lentamente superando l’opposizione all’elettrificazione del riscaldamento che hanno avuto in passato, dovuta al fatto che il pacchetto standard prevedeva un abbinamento dei pannelli solari termici solo con le caldaie a gas.

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