Energia low carbon, la Cina raggiunge l’obiettivo con tre anni di anticipo

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Pechino ha già superato il target 2025 sulla potenza da rinnovabili e nucleare ed entro fine anno oltrepasserà anche quello sulla produzione. Continua però anche la corsa al carbone e sulle altre fonti fossili.

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La Cina ha raggiunto con tre anni di anticipo il suo target sulla potenza elettrica a basse emissioni e, con ogni probabilità, entro l’anno avrà superato l’obiettivo 2025 anche per la produzione.

Le rinnovabili, assieme al nucleare, pesano ora per più della metà della capacità installata, un obiettivo che Pechino solo due anni fa pensava di raggiungere nella metà di questo decennio.

Stando a quanto pubblicato nei giorni scorsi dal media statale Xinhua, infatti, le fonti “non fossili” – leggasi eolico, fotovoltaico, idroelettrico e nucleare – sono arrivate al 50,9% della potenza elettrica cumulativa del paese.

Ad aprile, la National Energy Administration cinese ha previsto che la quota di “fonti non fossili” arriverà al 51,9% a fine 2023, da confrontarsi con il 49,6% registrato a fine 2022.

Diverse le percentuali per quel che riguarda la produzione, vista la discontinuità di fonti come solare ed eolico.  Ma anche su questa metrica, come detto, la Cina sta anticipando la tabella di marcia.

Il carbone rimane la spina dorsale del sistema elettrico cinese, con oltre il 62% della generazione elettrica 2022 (dati Iea).

Ma la quota delle rinnovabili è salita al 30% della produzione e le Fer hanno coperto circa il 60% della crescita della domanda elettrica.

Per questo l’Agenzia internazionale per l’energia prevede che  sarà superato già quest’anno il target del 39% di produzione elettrica da non fossili, che Pechino nel suo 14esimo piano quinquennale aveva fissato per il 2025. A fine 2023, secondo la Iea, la produzione elettrica cinese verrà per il 41% da rinnovabili e nucleare.

La potenza elettrica nel gigante asiatico alla fine dell’anno scorso è arrivata a 2.564,05 GW, secondo i dati del National Bureau of Statistics cinese, di cui 1.270 GW da fonti non fossili.

Come ci dicono i numeri dell’ultimo report sul FV mondiale di SolarPower Europe, alla crescita ha contribuito tantissimo il solare. L’anno scorso la Cina ha aggiunto 94,7 GW di fotovoltaico, il quadruplo del secondo mercato globale, gli Usa, superando la somma delle installazioni di tutti gli altri nove mercati più grandi.

A fine 2022 nel paese si sono superati i 414 GW di capacità cumulativa da FV: oltre il doppio di quella presente in tutta Europa.

La Iea si aspetta che fotovoltaico ed eolico da soli in Cina arrivino a 1.250 GW entro il 2025, cioè circa un raddoppio dai 630 GW registrati a fine 2021.

La National Energy Administration cinese prevede che la capacità installata dalle due fonti quest’anno cresca di circa 160 GW, portando la potenza elettrica cumulativa (di tutte le fonti) a 2.790 GW e la produzione a 9.360 TWh.

In parallelo, va detto, la Cina è lungi dal frenare sul carbone. Ricordiamo che, solo nei primi tre mesi del 2023, i governi provinciali cinesi hanno approvato almeno 20,45 GW di nuovi progetti a carbone, come denunciato da Greenpeace: è più di tutta la potenza alimentata a carbone autorizzata nel solo 2021.

Come scrive la NEA, Pechino prevede di “promuovere il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di carbonio” nelle centrali a carbone con… “una nuova serie di impianti a carbone che entreranno in funzione quest’anno”.

La Cina sta poi continuando gli sforzi di esplorazione e sviluppo su petrolio e gas, che includono l’aumento della produzione di greggio nel 2023 dai progetti di Mahu, Fuman, Bayan e Bohai.

Sul gas fossile, Pechino è al lavoro su progetti nel nord dello Shaanxi, nel sud del Sichuan e nel Bozi-Dabei, aveva affermato la NEA ad aprile, senza fornire obiettivi specifici. In agenda c’è poi il potenziamento della rete di gasdotti, con la sezione meridionale del gasdotto orientale Cina-Russia, la sezione centrale del terzo gasdotto Ovest-Est, il quarto gasdotto Ovest-Est, il secondo gasdotto Sichuan-Est e il gasdotto Hulin-Changchun.

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