I big delle utility mondiali spingono sulle rinnovabili

CATEGORIE:

L’annuncio di Utilities for Net Zero Alliance: installare 749 GW entro il 2030. Ma nel mondo 3.000 GW di impianti Fer aspettano la connessione alla rete.

ADV
image_pdfimage_print

La Utilities for Net Zero Alliance (Uneza) è stata lanciata nel corso della Cop 28 di Dubai e raccoglie ventotto membri da tutto il mondo (tra cui l’italiana Enel) con l’obiettivo di accelerare la transizione verso un futuro a impatto zero entro il 2050.

Per riuscirci l’Alleanza ha adottato una Roadmap 2030 che prevede l’installazione di 749 MW di rinnovabili nei prossimi sei anni, aumentando di 2,5 volte la potenza raggiunta dai membri a fine 2023.

La Roadmap rientra in un più ampio Piano d’azione  presentato il 17 aprile 2024 in occasione della XIV tavola rotonda ministeriale dell’Assemblea Irena sulle “Infrastrutture per la transizione energetica” (presentazione della Roadmap e pdf del Piano in basso).

Per portare a termine i loro intenti le utility vogliono sviluppare energia pulita e decarbonizzare il settore termico, costruire un’infrastruttura di rete affidabile e flessibile, migliorare l’efficienza energetica, promuovere un’elettrificazione spinta e sostenere l’innovazione tecnologica.

Gli ostacoli da superare, però, sono divisi in quattro aree, come si legge nel Piano d’azione Uneza: un processo di finanziamento “inefficiente e lento” su cui intervenire anche in termini di tassonomia degli investimenti delle banche; disponibilità di risorse umane e conoscenze difforme tra aree diverse del mondo; inefficienza delle politiche di settore e del sistema delle autorizzazioni.

Infine, si lamenta che il rischio d’impresa non sia limitabile a causa di una complessa supply chain del settore, di un significativo disallineamento tra domanda e offerta, della difficoltà di coordinare gli appalti tra regioni e di formare partenariati su larga scala.

Gli amministratori delegati delle società che aderiscono all’Alleanza hanno dunque sottoscritto una dichiarazione congiunta per esortare la comunità politica a coinvolgere l’industria per affrontare questi colli di bottiglia e sbloccare i flussi di capitale.

In particolare, secondo dati Irena serviranno circa 720 miliardi di dollari l’anno in sviluppo e ammodernamento delle reti energetiche per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, target ormai molto difficile da mantenere.

Il rischio è di perdere molto del potenziale già impegnato. Per Uneza, infatti, tanti progetti di impianti Fer sono in attesa di essere collegati alla rete in tutto il mondo; si tratta di circa 3.000 GW di capacità di generazione impegnata in “questione di rete”.

ADV
×