Emissioni veicoli, il Parlamento vota un regolamento Euro 7 indebolito

Via libera del Parlamento Ue alle nuove norme dello standard Euro 7 sulle emissioni dei veicoli. Un testo meno incisivo rispetto alle proposte della Commissione Ue di novembre 2022.

ADV
image_pdfimage_print

Via libera del Parlamento Ue alle nuove norme dello standard Euro 7 sulle emissioni dei veicoli – auto, furgoni, mezzi pesanti – anche se con un testo meno incisivo rispetto alle proposte iniziali della Commissione Ue di novembre 2022.

In particolare, i deputati hanno stabilito di rinviare l’applicazione delle norme per auto e furgoni al 1° luglio 2030 (Bruxelles puntava al 2025) e per camion e autobus al 1° luglio 2031, contro il 2027 indicato dalla Commissione europea.

Con 329 voti favorevoli, 230 contrari e 41 astensioni, l’aula di Strasburgo in plenaria ha adottato la sua posizione sul regolamento per l’omologazione dei veicoli a motore e le relative emissioni di gas serra.

Le nuove norme, spiega una nota del Parlamento, intervengono sui valori massimi per le emissioni dei gas di scarico come ossidi di azoto, particolato, monossido di carbonio e ammoniaca, oltre che sui limiti alle emissioni di pneumatici e freni e sulla durata delle batterie.

Il testo, ricordiamo, era stato votato a metà ottobre dalla Commissione Ambiente dell’Europarlamento (Commissione Envi).

Soddisfatto il governo italiano. “Il nuovo testo sui criteri Euro 7 approvato a Bruxelles è un buon risultato negoziale, verso una transizione realistica e credibile”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.

“Adesso la grande partita – ha aggiunto – su cui questo governo è fermamente impegnato, riguarda la possibilità che i biocarburanti facciano a pieno titolo parte dell’irrinunciabile percorso di riduzione delle emissioni dei veicoli”.

Il governo italiano, ricordiamo, da tempo continua a difendere lo status quo dei motori a combustione interna, criticando non solo le norme sull’Euro 7 ma anche il regolamento che impone lo stop alla vendita di nuove auto diesel e benzina dal 2035. In questa partita entra il sostegno ai biocarburanti come soluzione per ridurre l’impatto ambientale dei veicoli.

Per le emissioni inquinanti delle autovetture, si spiega poi nella nota Ue, i deputati hanno sostenuto i livelli indicati dalla Commissione e proposto una ripartizione supplementare delle emissioni in tre categorie per i veicoli commerciali leggeri, in base al loro peso.

Per le emissioni di autobus e veicoli pesanti, hanno adottato limiti più rigorosi di quelli proposti; inoltre, le emissioni dovranno essere misurate in laboratorio e in condizioni di guida reali.

Il Parlamento ora è pronto ad avviare i negoziati con gli Stati membri al Consiglio Ue, per arrivare al testo finale del regolamento Euro 7.

Tra i commenti al voto del Parlamento Ue, da segnalare le critiche dell’organizzazione indipendente Transport & Environment (TE), secondo cui “il cosiddetto standard ‘Euro 7’ non riesce ad aumentare in modo significativo la protezione dall’inquinamento atmosferico rispetto al suo predecessore Euro 6”.

In particolare, si osserva, il testo votato “ritarda gravemente l’implementazione dell’Euro 7, il che significa che le auto non dovranno rispettare i limiti fino a tre anni dopo l’adozione di tutte le normative associate, mentre per i camion le regole non si applicheranno prima del 2030”.

Di parere opposto l’Associazione europea dei produttori di automobili (Acea).

“Il Parlamento europeo ha votato a favore di un approccio più realistico all’Euro 7, rispetto a quanto proposto dalla Commissione europea lo scorso anno”, si legge in una nota.

Secondo il direttore generale di Acea, Sigrid de Vries, il nuovo regolamento arriva anche “in un contesto geopolitico ed economico straordinariamente impegnativo, caratterizzato dall’impennata dei prezzi dell’energia, dalla carenza della catena di approvvigionamento, dalle pressioni inflazionistiche e dal rallentamento della domanda dei consumatori”.

“L’Europa ha bisogno di un Euro 7 proporzionato che bilanci le preoccupazioni ambientali e la competitività industriale”, ha concluso.

Vedremo ora come proseguiranno i negoziati tra Parlamento e Consiglio.

ADV
×