Emissioni, perché la strategia della tartaruga ci costerebbe molto meno di quella della lepre

Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, meglio agire subito, secondo un nuovo studio della Università di Aarhus e del Karlsruhe Institute of Technology.

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Seguire un percorso precoce e costante, in cui le emissioni climalteranti siano fortemente ridotte in questo decennio, è più conveniente dal punto di vista dei costi rispetto a ad agire più tardi con tagli maggiori concentrati nel tempo.

In altre parole, per ridurre il pedaggio sulla strada della decarbonizzazione, meglio la strategia della tartaruga che quella della lepre – bisognerebbe cioè partire subito e andare a un’andatura costante invece che indugiare, scapicollandosi alla fine. Lo ha indicato un nuovo studio della Università di Aarhus e del Karlsruhe Institute of Technology, secondo cui, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, sarà necessaria molta potenza fotovoltaica ed eolica, sia a terra che in mare.

Per un dato bilancio di carbonio nell’arco di diversi decenni – cioè la quantità cumulativa di emissioni di anidride carbonica (CO2) consentita in un certo periodo di tempo per mantenersi entro una certa soglia di temperatura – i diversi tassi di trasformazione del sistema energetico danno risultati completamente diversi, sottolineano i ricercatori dell’università danese, che hanno modellato la decarbonizzazione del sistema energetico europeo e scandinavo utilizzando dati orari ad alta granularità e l’interconnettività delle reti.

Lo studio ha considerato un budget di 33 gigatonnellate (Gt o miliardi di tonnellate) di CO2 per le emissioni cumulative di anidride carbonica dei settori europei dell’elettricità, del riscaldamento e dei trasporti tra il 2020 e il 2050, che rappresenta il contributo dell’Europa all’accordo di Parigi.

Il fotovoltaico, l’eolico onshore e offshore possono diventare la pietra angolare di un sistema energetico completamente decarbonizzato, purché si raggiungano tassi di installazione simili ai massimi storici per avviare una decarbonizzazione tempestiva, secondo lo studio Early decarbonisation of the European energy system pays off, pubblicato su Nature Communications e scaricabile dal link in fondo a questo articolo.

La chiave per raggiungere questi risultati e limitare il riscaldamento globale a 1,5° Celsius, prosegue lo studio, è una corretta rappresentazione delle strategie di bilanciamento esistenti attraverso un modello aperto, con risoluzione oraria e in rete del sistema energetico europeo, integrato con la generazione rinnovabile.

I ricercatori hanno modellato come modificare la produzione di energia elettrica, il riscaldamento e il settore dei trasporti, in modo da assicurarsi che ci sia abbastanza di tutto per ogni ora possibile, anche nelle settimane più fredde dell’inverno.

“Ci chiediamo quale strategia energetica adottare per raggiungere l’obiettivo del 2050. Abbiamo un ‘budget di carbonio’ – una quantità massima di CO2 che possiamo emettere – e come facciamo ad assicurarci, entro il 2050, di poter raggiungere la neutralità climatica nel modo più economico e fattibile? Ci sono due scenari: precoce e costante, oppure tardivo e rapido”, ha detto a EurekAlert Marta Victoria, esperta di fotovoltaico (FV) e di sistemi energetici presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Aarhus, usando la metafora della tartaruga e della lepre per descrivere i due scenari, come raffigurato nell’illustrazione.

“Il nostro modello mostra chiaramente che la soluzione ottimizzata in termini di costi è quella di agire subito. Essere ambiziosi nel breve termine. E troviamo che l’energia fotovoltaica e l’eolico onshore e offshore siano la pietra angolare dell’ottimizzazione dei costi in un sistema energetico completamente decarbonizzato nel 2050″, ha detto la ricercatrice.

Secondo Marta Victoria, entrambi i percorsi richiederanno un massiccio dispiegamento di energia eolica e fotovoltaica nei prossimi 30 anni, rendendo la transizione impegnativa, ma possibile.

“Non è un compito facile”, ha sottolineato Marta Victoria. “In alcuni anni, dovremo installare più di 100 GW di energia fotovoltaica ed eolica, e per raggiungere la completa decarbonizzazione i prezzi della CO2 dovranno essere molto più alti di oggi”.

Il documento illustra un prezzo della CO2 in costante rialzo fino a circa 400 €/tonnellata nell’anno 2050 – circa 20 volte più alto dei prezzi odierni – necessario per favorire la transizione rinnovabile, ha detto Marta.

Il modello include sia l’energia idroelettrica che una piccola quantità di produzione di elettricità e riscaldamento a gas, per tener conto delle cosiddette “settimane da incubo” di freddo intenso, oltre a impianti di stoccaggio dell’energia.

La ricerca ha incluso tutte le risorse, compresa l’energia nucleare, ma essendo ottimizzato per costi e fattibilità, il modello favorisce chiaramente il fotovoltaico, l’eolico e l’idroelettrico, ha detto la ricercatrice.

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