Efficienza energetica al primo posto, efficiency first: questo principio deve stare alla base delle politiche energetiche del Green Deal europeo, non solo per motivi ambientali ma anche per creare nuovi posti di lavoro in edilizia attraverso le tecnologie più innovative. E il nostro Paese, afferma Kyoto Club in una nota, deve mettere l’efficienza energetica in cima alle priorità del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Difatti, ha sottolineato Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club, “siamo un po’ preoccupati per i ritardi della normativa italiana in questo campo: se la recente approvazione del Superbonus è stato un importantissimo atto in controtendenza, adesso si tratta di recepire al meglio le relative direttive europee”.
Se il Recovery Plan italiano vuole perseguire crescita e sostenibilità, come nelle dichiarazioni governative preliminari, allora deve puntare anche sugli edifici, prosegue la nota dell’associazione. Una strada da sostenere con forza è quella della trasformazione digitale del patrimonio immobiliare italiano, per rinnovare gli edifici, rilanciare l’economia e ridurre le emissioni climalteranti, di cui gli immobili vetusti sono responsabili. Il patrimonio edilizio italiano, infatti, è tra i più vecchi d’Europa.
Ecco, quindi, le cinque proposte di Kyoto Club:
- finanziare la trasformazione digitale degli immobili come strategia di crescita sostenibile;
- privilegiare edifici critici/impattati dalla crisi post covid: scuole, ospedali, retail non food, hotel;
- prevedere la presenza di sistemi di gestione e controllo (BACS, Building Automation and Control System) nella riqualificazione immobiliare;
- legare premialità integrative all’uso dello Smart Readiness Indicator (SRI), l’indice europeo che misura la predisposizione degli edifici alle tecnologie digitali intelligenti;
- lanciare un programma pluriennale per rinnovare gli edifici (come per “Industria 4.0”).
Infine, in tema di riscaldamento-climatizzazione degli edifici, Sergio Andreis, direttore di Kyoto Club, ha ricordato che “il riscaldamento delle abitazioni è tra le cause principali dell’inquinamento delle città ed è responsabile di oltre il 19% delle emissioni climalteranti prodotti dal nostro Paese e del 60% delle polveri sottili nelle aree urbane”.
In Italia, infatti, si spiega, sono installate oltre 19 milioni di caldaie a gas e si stima che più di 7 milioni di caldaie siano antecedenti alla direttiva 90/396/CE sulle prestazioni degli apparecchi a gas; ora le caldaie più vecchie rischiano di essere sostituite da altri impianti a gas, più efficienti ma non risolutivi del problema di inquinamento locale e globale che producono.
Di conseguenza, afferma Kyoto Club, la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento domestico, escludendo dal Superbonus 110% quelli che utilizzano fonti fossili, andrebbe inserita fra gli obiettivi della prossima legge di bilancio e negli interventi prioritari del PNRR.