Direttiva casa green: impatti e sfide per l’Italia. La nostra intervista in streaming

A 15 mesi dal recepimento della direttiva EPBD ne approfondiremo alcuni aspetti e implicazioni in un'intervista il 25 febbraio (ore 15). Iniziativa promossa da KEY – The Energy Transition Expo di Rimini Fiera. Partecipano Francesca Andreolli (ECCO Climate) e Lorenzo Pagliano (Polimi). Aperte le iscrizioni alla diretta.

ADV
image_pdfimage_print

A partire dal 29 maggio 2024, gli Stati membri dell’Ue hanno due anni per recepire la Direttiva EPBD (2024/1275 del 24 aprile 2024 “Energy Performance of Buildings Directive”), comunemente nota come Direttiva “Case Green”.

La revisione della direttiva è stata proposta dalla Commissione a dicembre 2021 nel pacchetto “Fit for 55”. Bruxelles riesaminerà la nuova Epbd entro il 2028, alla luce dell’esperienza acquisita e dei progressi compiuti durante la sua attuazione.

Questa normativa mira a ridurre il consumo energetico e le emissioni degli edifici, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Martedì 25 febbraio, alle ore 15, in una nuova intervista di QualEnergia.it, la terza della serie, promossa da KEY – The Energy Transition Expo (Rimini Fiera, 5-7 marzo 2025) per accompagnare alcuni temi dell’evento fieristico, approfondiremo alcuni aspetti legati alla direttiva con Lorenzo Pagliano (Dip.to di Architettura e Studi Urbani, Politecnico di Milano) e Francesca Andreolli (ricercatrice senior di energia ed efficienza di ECCO Climate), come:

  • le normative nazionali necessarie per un recepimento efficace
  • gli incentivi previsti per supportare la transizione energetica nel settore edilizio
  • la necessità di potenziare le competenze e il numero dei professionisti nel settore delle costruzioni e delle ristrutturazioni.

L’obiettivo dell’intervista in streaming (durata di circa 1 h) è dare una panoramica sulle sfide e le opportunità legate al recepimento della Direttiva “Casa Green” in Italia, fornendo approfondimenti utili per professionisti, proprietari di immobili e stakeholder del settore edilizio. E fare chiarezza non solo sulle criticità per il nostro parco edilizio del nostro paese, ma anche su alcune false informazioni che circolano su questa strategica misura europea che ha avuto i tempi lunghi di gestazione, tipici delle iniziative legislative dell’Unione.

Nella sua prima versione Bruxelles puntava a introdurre l’obbligo di intervenire sugli immobili residenziali con le prestazioni energetiche peggiori, portandoli almeno in classe E entro il 2030 e in classe D entro il 2033.

Il testo finale prevede ora riduzioni percentuali dei consumi complessivi, con un buon margine di manovra per i governi su dove e come intervenire.

Si parte da un dato: in Europa oltre 100 milioni di edifici europei oggi consumano un terzo dell’energia (un terzo delle emissioni di CO2). In Italia il 53% delle abitazioni era nel 2022 nelle classi energetiche più basse, F e G, mentre solo il 12% era ad alta efficienza (classi da A1 a A4).

Secondo le nuove norme europee, entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, ed entro il 2050 dovrebbe esserlo l’intero patrimonio edilizio dell’Ue.

Per gli edifici residenziali (che i Italia causano circa il 12,5% delle emissioni), secondo direttiva europea in vigore, gli Stati membri dovranno ridurre il consumo medio di energia del 16% nel 2030 e del 20-22% nel 2035 e almeno il 55% del risparmio energetico dovrà venire dalla ristrutturazione del 43% degli edifici con le peggiori prestazioni.

Per gli edifici non residenziali, la direttiva introduce standard minimi di prestazione energetica e gli Stati membri dovranno ristrutturare il 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033 e ciò, di conseguenza, comporterà una graduale eliminazione degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni.

Gli Stati membri potranno scegliere di esentare dagli obblighi immobili specifici, come edifici storici, luoghi di culto o edifici di proprietà delle forze armate.

La direttiva prevede poi che i governi adottino misure di assistenza tecnica e di sostegno finanziario, con particolare attenzione alle famiglie vulnerabili.

La Commissione europea per adesso non ha stanziato nuove risorse: il tema dei finanziamenti – al momento delegato agli Stati membri – sarà oggetto di un successivo atto, da approvare entro un anno dall’entrata in vigore della Epbd.

La direttiva prevede anche che i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici includano una tabella di marcia per eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040 (5 anni dopo la data proposta inizialmente dalla Commissione). Al momento sono già vietati gli incentivi per installare caldaie a gas o altre fonti fossili, mentre saranno permessi quelli per sistemi di riscaldamento ibridi (che combinano caldaie e pompe di calore o solare termico).

Altri punti importanti riguardano gli obblighi progressivi di installazione di impianti fotovoltaici, partendo da tutti i nuovi immobili non residenziali con superficie utile superiore a 250 mq, dal 2027.

Altre prescrizioni riguardano i punti di ricarica per auto elettriche all’interno o accanto agli edifici, precablaggi e parcheggi per biciclette.

Tanti i temi aperti che riguardano il recepimento della direttiva, che dovrà essere attuato entro fine maggio 2026, quindi tra 15 mesi), ne tratteremo alcuni con i due esperti, temi che saranno poi sviluppati in diversi workshop di KEY 2025 (vedi sotto).

Tra le questioni da considerare prima delle altre c’è il quadro normativo: quali modifiche legislative sonno necessarie per allinearsi alla Direttiva EPBD e quale dovrà essere il ruolo delle istituzioni nazionali e locali nell’implementazione delle nuove normative?

Poi saranno fondamentali gli incentivi e strumenti finanziari da mettere in campo, nonché quelli di natura fiscale.

Alla luce anche della storia della riqualificazione energetica edilizia in Italia, anche trainata dagli ecobonus, andrà capito come creare nuove e più adeguate professionalità per il settore edilizio (il nodo della formazione è un punto sensibile).

Serviranno poi specifiche politiche industriali e per l’innovazione di tutta la filiera, anche per la produzione su larga scala di elementi edilizi prefabbricati e sostenibili.

Tante anche le criticità da affrontare di natura sociale e culturale, come il superamento dell’unanimità nei condomini per facilitare le ristrutturazioni, ma anche il peso e il ruolo dell’informazione nazionale e soprattutto su scala locale per i cittadini.


EVENTI KEY2025 SU DIRETTIVA EPBD E SETTORE EDILIZIO:

6 marzo|  14,30 – 16,00 (City&Mobility Arena, Pad. A2)

a cura di Comitato Tecnico Scientifico KEY, GBC Italia e Kyoto Club 

6 marzo | 14,00 – 15,45 (Energy Transition Arena, Pad. B2)

a cura di AssoEsco 

6 marzo|  16,30 – 18,00 (Efficiency Arena, Pad. A4 italiano)

a cura di Ecco – The Italian Climate Change Think Tank

7 marzo|  10,00 – 11,30 (Sala Diotallevi 1, Hall Sud italiano)

a cura di ENEA – Dipartimento Unità Efficienza Energetica

7 marzo|  11,45 – 13,15 (Sala Ravezzi 2, Hall Sud)

a cura di Federcostruzioni

ADV
×
0
    0
    Carrello
    Il tuo carrello è vuotoRitorna agli abbonamenti
    Privacy Policy Cookie Policy