Proroghe dei bonus e piani di ristrutturazione: le richieste per l’edilizia

Un sodalizio di 25 soggetti tra associazioni ambientaliste e addetti ai lavori dell’edilizia chiede al governo la proroga di Ecobonus e Sismabonus, oltre a una strategia definita per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale.

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Il patrimonio edilizio italiano va svecchiato, per ragioni di sicurezza antisismica e per questioni energetiche.

Sul Paese infatti “incombe” il recepimento della direttiva europea Epbd, la cosiddetta direttiva “Case Green”, che impone:

  • Per gli edifici residenziali, l’obbligo di ridurre il consumo medio di energia del 16% nel 2030 e del 20-22% nel 2035, con almeno il 55% del risparmio energetico che deve venire dalla ristrutturazione del 43% degli edifici con le peggiori prestazioni;
  • Per gli edifici non residenziali, standard minimi di prestazione energetica e l’obbligo di ristrutturare il 16% degli immobili con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033.

Una roadmap contenente gli step di avvicinamento a questi target non è ancora disponibile. Intanto gli addetti ai lavori provano a mostrare la direzione da seguire.

Nel documento “Un patrimonio da salvare” (pdf), presentato ieri 27 novembre da un sodalizio di 25 soggetti che comprende associazioni ambientaliste, addetti ai lavori dell’edilizia, professionisti e enti di tutela dei consumatori (tutte le sigle sono elencate in calce all’allegato), si chiedono al governo alcuni provvedimenti, nell’attesa di conoscere quale sarà la strategia dell’esecutivo per l’ammodernamento del parco edilizio.

Anzitutto il sodalizio pone l’attenzione sulla mancanza di un’analisi “completa e strutturata” delle condizioni del parco immobiliare italiano sul piano energetico e della sicurezza (anche con riferimento agli edifici storico-monumentali), per poter disporre di dati certi e conoscere l’entità degli interventi necessari e la loro efficacia in base agli effetti economici, sociali e ambientali generati.

Da segnalare in merito l’esistenza di un documento presentato da Enea nel luglio di quest’anno con dati sul patrimonio edilizio nazionale che per l’ente rappresenta il “punto di partenza” da cui elaborare scenari e strategie di intervento.

La riqualificazione va infatti realizzata con ordine, partendo dagli edifici sui quali è più conveniente ed urgente intervenire. In scala, un modello che ha provato a illustrare alcuni criteri da seguire è stato realizzato per l’elettrificazione degli edifici della cittadina statunitense di Ithaca, nello Stato di New York (per approfondire: La cittadina americana che vuole elettrificare i consumi di tutti i suoi edifici).

Nel documento si invoca anche la creazione di un piano nazionale di ristrutturazione “con una tabella di marcia realistica ma spedita” accompagnato da un quadro delle misure di stimolo e accompagnamento.

Tra queste dovrebbe essere incluso un “provvedimento ponte” tra la fine del 2024 e il momento in cui saranno attivate le nuove misure, “che consenta di dare continuità alle attività di decarbonizzazione e messa in sicurezza senza compromettere il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Epbd”.

In particolare, a decorrere dal 1° gennaio 2025 e “fino all’entrata in vigore del nuovo schema”, dovrebbero essere mantenute alle condizioni attuali “tutte le misure di sostegno di cui agli articoli 14 e 16 del decreto-legge 63/2013”, cioè Ecobonus e Sismabonus.

Questa richiesta, inviata a diverse parti politiche, è anche diventata un emendamento alla Legge di bilancio attualmente in discussione.

Nel corso della presentazione si è preso inoltre coscienza che iniziative come il Superbonus, con copertura totale da parte dello Stato dei costi degli interventi di efficientamento energetico, non possano rappresentare una soluzione duratura. La via più indicata sarebbe quella che spinga anche capitali privati a investire in questo tipo di interventi.

A precisa nostra domanda su che tipo di provvedimento il sodalizio si attenda da questo governo, che ha ampiamente tagliato la spesa per i bonus edilizi, Valeria Erba, presidente dell’Associazione Nazionale per l’Isolamento termico e acustico (Anit) e principale relatrice del documento, ha risposto che “non è stata ancora formulata una proposta tecnica univoca”.

Alcune delle associazioni che hanno sottoscritto il documento, ha spiegato, hanno già fatto nei mesi scorsi delle proposte di revisione degli incentivi, entrando nel merito delle modalità di finanziamento e delle percentuali. “L’auspicio – ha concluso – è di metterle tutte insieme per cercare una sintesi”.

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