Efficienza energetica, emission tradig, PNIEC e sviluppo tecnologico. Sono alcuni dei temi oggetto di approfondimento nel corso della Convention SECEM, che si è svolta a Bologna il 13 e 14 maggio scorsi.
L’appuntamento dedicato agli esperti del settore energetico – racconta una nota Fire – in questa edizione è stato potenziato con sessioni plenarie e parallele, intervallate da molti momenti di confronto e convivialità, utili per stringere relazioni professionali.
La giornata del 13 si è aperta con l’intervento del direttore FIRE, Dario Di Santo, che ha parlato delle nuove direttive europee e di come influiscono sulle attività professionali. Le novità in campo tecnologico, come ad esempio l’intelligenza artificiale, porteranno cambiamenti non solo nel mercato ma anche nelle modalità di
percezione del lavoro e delle relazioni tra le imprese.
Di Santo ha accennato anche al PNIEC (FIRE ha partecipato alla consultazione, conclusasi qualche giorno fa, con molte osservazioni, proposte e commenti che hanno tenuto conto dei pareri degli associati) e al percorso verso il 2030: il raggiungimento degli obiettivi presuppone politiche dedicate a favorire una evoluzione consistente del mercato della riqualificazione edilizia.
Sull’emission trading è intervenuto Sebastiano Serra del MATTM, delineando le novità introdotte dal nuovo schema, tra le quali ne citiamo due: assegnazione gratuita delle quote al 30% della quantità determinata dalle regole di assegnazione costante fino al 2025, dal 2026 decremento fino allo 0% nel 2030, ad eccezione del teleriscaldamento che rimane costante al 30% fino al 2030 e l’ammontare delle assegnazioni di CO2 ad asta è fissato al 57% dell’ammontare totale delle quote di CO2 (vedi anche la video-intervista di seguito).
Riguardo le figure professionali del settore energia, Serra ha sottolineato l’importanza di una buona formazione e qualificazione, accanto all’esperienza pratica in azienda, per evitare che gli operatori si trovino in difficoltà nella gestione dell’impresa e dei sistemi interni ad essa.
A seguire il direttore SECEM, Francesco Belcastro, ha mostrato alcuni dati sulle certificazioni EGE emesse e anticipato qualche dato sulle nomine degli energy manager (in estate verrà presentato il rapporto annuale FIRE sulla figura professionale) sottolineando come su 2.382 nominati nel 2018, 826 hanno conseguito la certificazione EGE. Belcastro ha evidenziato inoltre tutte le opportunità di lavoro che sono state inviate agli EGE certificati SECEM negli ultimi anni.
A fine convention ha affermato: “Avevamo degli obiettivi da raggiungere con questa conferenza e li abbiamo raggiunti. Sono nate collaborazioni professionali, abbiamo fornito opportunità formative e di aggiornamento. Un professionista oggi deve essere al passo con i tempi, altrimenti rischia di non cogliere le opportunità giuste di lavoro.”
Hera e Viessmann hanno raccontato nel dettaglio interventi tecnici e di buone pratiche presentando le loro esperienze sul tema degli incentivi e delle tecnologie. Per ciò che riguarda i certificati bianchi, come ha evidenziato Claudio Palmieri di HERA il meccanismo rimane uno strumento utile che non va fatto naufragare.
“Sarebbe opportuno individuare, caso per caso, quali sono le barriere che prevalgono nella singola impresa per capire come abbatterle e valutare le necessità di chi va a presentare i progetti per ottenere i TEE”, hanno spiegato le aziende.
Marco Rossi di Viessmann ha invece illustrato i passaggi eseguiti (dalla diagnosi energetica alla misura e verifica), nella realizzazione dell’impianto di trigenerazione installato nella propria sede a Pescantina (VR).
Le sessioni parallele sono state caratterizzate da un confronto tra relatore e partecipanti. Enerbrain ha descritto il sistema energy cloud, server utile per definire al meglio la gestione degli ambienti e del confort. Dal punto di vista dei costi, il sistema garantisce un risparmio energetico tra il 20% ed il 30%.
Inspiring ha invece trattato il tema delle diagnosi ed in particolare di una soluzione a supporto degli energy manager per lo sviluppo delle diagnosi energetiche dinamiche. Anche Enel X ha incentrato la propria relazione sulle diagnosi energetiche evidenziando quali sono le opportunità per il cliente in ambito terziario nel post diagnosi.
Danfoss ha portato in sala un strumento di prova che simula un impianto funzionante a portata variabile con 25 utenze. Lo scopo dell’intervento è stato quello di dimostrare i benefici derivanti da una regolazione pressure indipendent.
ABB ha dedicato la sua sessione alla digitalizzazione dell’impianto elettrico e alla smart energy distribution. È stato presentato il nuovo interruttore che a breve sarà lanciato sul mercato, che permette di integrare le misure evolute e le logiche di gestione delle reti del futuro.
Intervenire sugli edifici senza sconvolgere le caratteristiche dell’involucro esistente, ma garantendo il massimo beneficio, è stata la tematica su cui Teon ha incentrato la sua sessione parallela parlando di Tina, la pompa di calore monoblocco acqua-acqua.
Nel pomeriggio la sessione plenaria conclusiva si è aperta con Daniele Forni di FIRE e Laura Palazzo di Atradius, che hanno parlato del contratto standard EPC e dell’assicurazione del risparmio energetico. Il tema è legato al modello Esi Europe, creato all’interno dell’omonimo progetto con l’obiettivo di sbloccare gli investimenti in risparmio energetico nel segmento di mercato largamente delle PMI.
Il question time sulle diagnosi è stato tenuto da Fabrizio Martini dell’Enea. Da questa seconda ondata di diagnosi l’Ente si aspetta più di 15 mila diagnosi; intanto l’ENEA sta incontrando le associazioni di categoria per definire le procedure e capire quali sono le esigenze, cercare quindi di standardizzare la diagnosi stessa.
Tra le domande in sala la maggior parte hanno riguardato il monitoraggio e l’individuazione di chi deve fare la diagnosi con obbligo.
A chiudere i lavori è stato Livio De Chicchis di FIRE che ha presentato la metodologia per valutare i benefici multipli dell’efficienza energia ed il progetto M-Benefits, che fornisce ad energy manager, ESCo e agli altri soggetti coinvolti nella proposta di interventi di efficientamento energetico il supporto giusto per comprendere gli effetti di tali soluzioni sul core business. I benefici non energetici sono tanti, De Chicchis ne ha ricordati alcuni tra cui il miglioramento dell’appetibilità̀ economica degli investimenti ed una valutazione più opportuna dei rischi connessi all’intervento.