Un compromesso su H2 e nucleare sblocca la direttiva rinnovabili

Venerdì 16 giugno è stato raggiunto al Coreper un accordo sulla Red 3: si accontentano le richieste francesi per tutelare l'idrogeno da energia atomica.

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Passo avanti forse risolutivo negli ultimi sudati metri per la nuova direttiva europea sulle rinnovabili, la cosiddetta RED 3.

Il 16 giugno gli ambasciatori dell’Ue riuniti nel Coreper hanno raggiunto un accordo, superando lo stallo grazie una concessione su idrogeno e nucleare alla Francia.

La nuova direttiva pone l’obiettivo del 42,5% (aumentabile al 45%) di fonti rinnovabili sui consumi finali entro il 2030. Si tratta di uno degli ultimi provvedimenti da finalizzare del gigantesco pacchetto Fit for 55 ed è fortemente attesa per dare un’ulteriore spinta sul medio termine alle rinnovabili (si veda la nostra intervista a Eurelectric).

Dopo l’inciampo arrivato a metà maggio, quando per l’ostruzionismo francese era saltato il voto finale al Coreper (solitamente poco più di una formalità), l’iter dunque dovrebbe essere concluso… anche se al momento non è chiaro se le nuove modifiche al testo richiedano la riapertura dei negoziati con il Parlamento.

Consiglio ed Europarlamento, ricordiamo, avevano già raggiunto un accordo alla fine di marzo. Le modifiche di venerdì arrivano insolitamente in ritardo nel processo legislativo e, come detto, sono una risposta di emergenza alle richieste di una coalizione guidata dalla Francia per un ruolo maggiore per l’energia atomica.

Il compromesso raggiunto si basa su una proposta della presidenza del Consiglio svedese che aggiunge un emendamento al testo, dove si “riconoscono” le difficoltà nel chiedere agli impianti di ammoniaca hard to abate di smettere di usare l’idrogeno non da rinnovabili.

L’aggiunta è accompagnata da una dichiarazione della Commissione europea (qui il pdf pubblicato da Euractiv), in cui l’esecutivo Ue afferma che “caso per caso… non terrà conto di questi impianti esistenti” per il raggiungimento degli obiettivi 2030 sull’idrogeno verde.

La Commissione, prosegue la dichiarazione (traduzione nostra) “riconosce che altre fonti di energia che non richiedono l’uso di combustibili fossili oltre alle energie rinnovabili contribuiscono al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 per gli Stati membri che decidono di fare affidamento su tali fonti di energia.

Questa non è la prima concessione che la Francia ha ottenuto sul tema. Già nella versione del testo approvata a fine marzo da Stati membri e Parlamento era riuscita a far includere l’H2 da nucleare nella definizione di “idrogeno a basse emissioni di carbonio”, da detrarre dagli obiettivi sull’energia rinnovabile (articolo 22b della direttiva).

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