Come azzerare le emissioni del settore elettrico nel 2045

Nuova proposta di Eurelectric per arrivare alla neutralità carbonica della produzione di energia in Europa.

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Elettrificare il più possibile il mix energetico per azzerare le emissioni di CO2: è molto chiara e altrettanto ambiziosa la “ricetta” proposta da Eurelectric nell’aggiornamento del suo rapporto sui possibili percorsi per de-carbonizzare l’economia.

La nuova parte dello studio Decarbonisation Pathways, infatti, si concentra sulla produzione di energia in Europa (documento completo allegato in basso, da pag. 51 in avanti).

Secondo l’associazione dell’industria europea del settore, è possibile produrre energia elettrica totalmente “pulita” entro il 2045 a costi sostenibili, “in a cost-effective way” si legge nel rapporto, con una previsione del prezzo all’ingrosso dell’elettricità intorno a 70-75 euro/MWh incluso l’accumulo energetico, un valore notevolmente inferiore rispetto alle stime precedenti, chiarisce l’associazione.

L’obiettivo è la “neutralità carbonica” di cui parla anche la strategia 2050 appena annunciata da Bruxelles.

Un sistema elettrico di questo tipo, chiarisce lo studio, avrà quattro caratteristiche fondamentali.

La prima è la diffusione su vasta scala di tutte le fonti rinnovabili, compreso l’idroelettrico e le biomasse, che dovranno coprire oltre l’80% delle forniture Ue, con il contemporaneo investimento in nuove linee ad alta tensione per incrementare gli scambi di energia tra i vari Stati membri.

Per garantire sicurezza e flessibilità alla rete in ogni circostanza, soprattutto per gestire i picchi di domanda, si dovrà poi puntare a un mix con molteplici risorse, tra cui: batterie, dispositivi per il controllo dei consumi (demand side response), nucleare, idrogeno e applicazioni power-to-gas (P2G, vedi QualEnergia.it per le ultime stime sul loro potenziale di sviluppo).

Interessante, quindi, è approfondire alcune sperimentazioni in corso in California, che di recente ha approvato una legge per arrivare al 100% di elettricità rinnovabile nel 2045: qui ad esempio si parla di ricarica “intelligente” delle auto plug-in.

La terza caratteristica è il ruolo marginale assegnato ai combustibili fossili.

Nel 2045 il gas rappresenterà ancora il 15% circa dell’intera potenza installata, in modo da contribuire alla “tenuta” del sistema elettrico, soprattutto nelle regioni prive di reattori nucleari o bacini idrici.

Per eliminare le emissioni residue di CO2 associate agli impianti termoelettrici, infine, dovranno essere impiegate soluzioni come il CCS (Carbon Capture and Storage), che permetteranno di catturare l’anidride carbonica e stoccarla nel sottosuolo, anche se queste tecnologie non si sono ancora affermate a livello commerciale, a causa di numerose incertezze di natura tecnico-economica.

Tanto che Eurelectric non sa stimare con precisione quanto costerà abbattere queste emissioni residue del settore elettrico nel 2045, data l’attuale immaturità del CCS: si parla di 130-156 euro/tonnellata di CO2, un valore molto elevato.

Eurelectric ha tracciato tre scenari per la de-carbonizzazione complessiva dell’economia europea: tutti prevedono un mix elettrico a zero emissioni inquinanti nel 2045, centrato sulle rinnovabili, come riassume il grafico seguente, tratto dallo studio dell’associazione (clicca per ingrandire).

Il secondo grafico che proponiamo, invece (clicca per ingrandire), mostra il futuro contributo delle risorse necessarie a mantenere in sicurezza il sistema elettrico, soprattutto nei giorni in cui le rinnovabili producono poca energia.

Per quanto riguarda gli investimenti, infine, l’associazione ritiene che nel periodo 2020-2045 serviranno in media 89-111 miliardi di euro in più ogni anno per realizzare il mix energetico proposto.

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