Clima, quel campanello d’allarme che nessuno ascolta sul serio

Nuovo avviso delle Nazioni Unite, identico a quello del 2018: bisogna ridurre drasticamente le emissioni. Ma continuano ad aumentare a livello globale.

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L’avvertimento non è cambiato di una virgola dallo scorso anno: bisogna quintuplicare lo sforzo per combattere il cambiamento climatico,riducendo rapidamente le emissioni di CO2, se si vuole rimanere in linea con l’obiettivo di limitare a +1,5 gradi l’aumento delle temperature medie globali.

Difatti, ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres (traduzione nostra dall’inglese), “per dieci anni l’Emissions Gap Report ha suonato l’allarme, e per dieci anni il mondo ha semplicemente incrementato le sue emissioni”.

Come peraltro ha appena confermato la World Meteorological Association (WMO) con i dati sulla concentrazione record di gas serra nell’atmosfera nel 2018.

“Non ascoltare questi allarmi e non agire in modo drastico per invertire le emissioni, significa che continueremo ad assistere a eventi catastrofici e mortali come ondate di calore, tempeste e inquinamento”, ha aggiunto Guterres nel commentare la nuova edizione dell’Emissions Gap Report pubblicato dal programma ambientale delle Nazioni Unite (Unep).

In sostanza, sostengono gli esperti dell’Unep, le emissioni di CO2 su scala mondiale dovrebbero diminuire del 7,6% l’anno tra 2020 e 2030, se si volesse seguire una traiettoria compatibile con il traguardo di un surriscaldamento “contenuto” a +1,5 gradi.

Invece per puntare all’obiettivo dei 2 gradi di surriscaldamento, le emissioni dovrebbero calare ogni anno del 2,7% e anche questoresta un impegno notevole: si tratta, infatti, di triplicare gli sforzi in confronto a quanto già stabilito dai contributi volontari dei singoli paesi in tema di lotta al cambiamento climatico.

Stando agli impegni presi finora da tutti i paesi in seguito all’accordo di Parigi, e anche ipotizzando che questi impegni siano realizzati al 100%, il Pianeta sta viaggiando verso un incremento delle temperature di 3,2 gradi.

Tra l’altro, i paesi del G20 sono responsabili del 78% delle emissioni complessive di gas serra, ma la maggior parte di questi paesi non ha ancora fissato alcun impegno per azzerare le emissioni nette di CO2 entro la metà del secolo e, anzi, continua a spendere cifre ingenti per supportare la produzione e l’utilizzo di combustibili fossili.

Intanto le emissioni sono aumentate in media del +1,5% ogni anno nell’ultimo decennio, con un record di 55,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente nel 2018.

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