Da centrale a carbone a centro per l’idrogeno verde, il progetto in Germania

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La mega centrale fossile di Moorburg (Amburgo) potrebbe diventare un polo delle energie pulite. Il progetto.

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La mega centrale tedesca a carbone di Moorburg, ad Amburgo, potrebbe diventare un centro delle energie pulite con un elettrolizzatore da 100 MW per produrre idrogeno verde.

Per il momento il progetto è solo una lettera d’intenti siglata da Vattenfall (la compagnia elettrica svedese proprietaria della centrale), Shell, Mitsubishi Heavy Industries e la società municipale Wärme Hamburg, quindi tutto dipenderà dalle future decisioni d’investimento, a loro volta condizionate da diversi fattori, tra cui soprattutto l’ottenimento di finanziamenti.

Moorburg ha avuto vita breve con il carbone. La nuova centrale da 1,5 GW ha funzionato solo per cinque anni, dal 2015 al 2020, prima di essere ammessa alle compensazioni del governo federale tedesco per la sua chiusura anticipata.

In sostanza, Berlino pagherà Vattenfall per mettere offline l’impianto, nell’ambito della transizione energetica che prevede l’uscita definitiva dal carbone entro il 2038.

Lo stop dovrebbe arrivare nei prossimi mesi: manca ancora il parere della Bundesnetzagentur (l’agenzia tedesca delle reti energetiche) che deve stabilire se Moorburg può chiudere del tutto oppure se la centrale è ancora indispensabile per la sicurezza del sistema elettrico della Germania (in tale caso, sarà messa in stato di riserva strategica). Intanto si pensa a un futuro a idrogeno.

L’idea, spiega un comunicato congiunto dei partner  coinvolti nel progetto, è produrre idrogeno verde nel 2025 con un elettrolizzatore (100 MW di capacità iniziale come detto sopra) che sarebbe uno dei più grandi in tutta Europa.

Si punta a ottenere fondi comunitari tramite il programma europeo Ipcei (Important projects of common european interest): le aziende, si legge nella nota, dovrebbero presentare il progetto per il bando Ipcei nei primi mesi del 2021.

La scelta di un polo dell’idrogeno verde a Moorburg, evidenziano i proponenti, può contare su diversi elementi vantaggiosi, tra cui la vicinanza di parchi eolici a terra e offshore per alimentare l’elettrolizzatore con energia elettrica 100% rinnovabile, la disponibilità delle infrastrutture (reti gas, terminali portuali), la presenza di parecchie industrie che potrebbero utilizzare l’idrogeno nei loro processi produttivi e così ridurre la dipendenza dalle fonti fossili.

Intanto per la Germania il 2020 si è chiuso con un’impennata delle energie rinnovabili che, grazie anche al calo della domanda elettrica dovuto al lockdown, per la prima volta si sono portate sopra il 50% della produzione netta di elettricità immessa nella rete pubblica in un intero anno.

L’eolico, in particolare, con 132 TWh di generazione netta ha superato carbone/lignite (118 TWh).

Per approfondire il piano tedesco per l’idrogeno si veda l’articolo Germania, piano per un sistema energetico carbon neutral con tanto idrogeno.

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