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In Germania per la prima volta le rinnovabili sopra il 50% del mix elettrico in un anno

I dati 2020 del Fraunhofer ISE e le prospettive al 2030.

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Per la Germania il 2020 si è chiuso con un’impennata delle energie rinnovabili che, grazie anche al calo della domanda elettrica dovuto al lockdown, per la prima volta si sono portate sopra il 50% della produzione netta di elettricità immessa nella rete pubblica in un intero anno.

Secondo il Fraunhofer ISE (che riporta i dati di Destatis e Leipziger Strombörse EEX), le fonti rinnovabili hanno prodotto 247 TWh lo scorso anno, mentre le fonti convenzionali (carbone/lignite, gas, nucleare, olio combustibile) si sono fermate a 241 TWh.

L’eolico, in particolare, con 132 TWh di generazione netta ha superato carbone/lignite (rispettivamente, hard coal/brown coal nel grafico sotto), il cui contributo è stato pari a 118 TWh complessivi, vale a dire, il 24% del mix totale netto di generazione. Cliccare sul grafico per ingrandirlo.

Mentre il fotovoltaico ha contribuito con ben 51 TWh, il 10% del mix annuale, riuscendo a produrre, da solo, più elettricità del carbone (inteso come hard coal: la lignite quindi è esclusa da questo confronto).

Così eolico e solare insieme, scrive il Fraunhofer, per la prima volta con 183 TWh hanno scavalcato la produzione cumulativa di tutte le fonti fossili: carbone, gas e petrolio si sono attestati a 178 TWh nel 2020.

Un dato leggermente discordante, va precisato, arriva dal think-tank Agora Energiewende, che parla invece della quota delle rinnovabili nella generazione lorda di energia elettrica (44,6% circa) e nel consumo lordo di elettricità (46% circa, su dati BDEW).

Sia Fraunhofer che Agora Energiewende sottolineano che la Germania deve accelerare molto lo sviluppo delle rinnovabili nei prossimi anni, per centrare i nuovi obiettivi su energia e clima al 2030.

Secondo il Fraunhofer, servono 10-15 GW in media di nuovo fotovoltaico ogni anno e 7-8 GW di eolico sulla terraferma, più 1-2 GW di eolico offshore, tenendo anche conto della graduale dismissione degli impianti a carbone stabilita dal governo tedesco.

Intanto nel 2020 la generazione netta di carbone e lignite è diminuita, rispettivamente, del 20% e 28% in confronto al 2019, mentre è salito il gas (+11%).

In calo anche il nucleare: -14% sul 2019 con 61 TWh, una decina di TWh “persi” rispetto allo scorso anno.

E nei giorni scorsi, riporta il sito web Clean Energy Wire, la Germania ha tolto dal mercato elettrico 4,7 GW di impianti a carbone, nell’ambito del suo piano di uscita dal carbone entro il 2038 (quegli impianti saranno chiusi nei prossimi mesi, anche se l’agenzia federale delle reti potrebbe ancora decidere di mantenerli in attività per esigenze di sicurezza e backup).

Ricordiamo che a fine dicembre il Parlamento tedesco (Bundestag) ha approvato la riforma della EEG (Erneuerbare Energien Gesetz) proposta dal ministro dell’Energia, Peter Altmaier, in vigore dal primo gennaio 2021.

La nuova EEG, la legge sulle energie rinnovabili, per la prima volta riconosce legalmente l’obiettivo della neutralità dei gas a effetto serra entro il 2050 (nel solo settore elettrico); intanto la Germania punta al 65% di fonti rinnovabili elettriche nel 2030.

Più in dettaglio, la EEG 2021 punta a quasi raddoppiare la potenza totale installata nel fotovoltaico: da 52 GW oggi a 100 GW nel 2030.

Per l’eolico a terra si parla di 71 GW tra dieci anni (oggi: 55 GW). Previsti anche 20 GW totali di parchi eolici offshore, più 8-9 GW di biomasse.

È stato definito un calendario preliminare di aste per le diverse tecnologie con i contingenti annuali fino al 2028. Nel 2021 per eolico a terra e fotovoltaico sono previsti, rispettivamente, 4,5-2 GW di nuova potenza messa in gara.

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