Fine tutela, risparmi del 20% in bolletta grazie alle aste Stg

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In audizione alla Camera, Arera fa il punto sul Servizio a tutele graduali per i clienti elettrici domestici e solleva il nodo relativo ai "vulnerabili", che rischiano bollette più alte.

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A un mese dall’esito dell’asta per il Servizio elettrico a tutele graduali (Stg), Arera ha ufficialmente confermato che lo sconto medio per i circa 4 milioni e mezzo di clienti domestici non vulnerabili interessati sarà di circa 130 euro all’anno rispetto alla maggior tutela.

Lo ha fatto in un’audizione alla commissione Attività produttive della Camera, alla quale ha partecipato il presidente dell’Autorità Stefano Besseghini.

Il Servizio a tutele graduali, ricordiamo, è stato istituito da Arera per accompagnare il passaggio al mercato libero dell’energia elettrica dopo la rimozione della tutela di prezzo, in linea con le norme europee e gli impegni collegati al Pnrr, e riguarda tutti i clienti che non hanno scelto un venditore sul mercato libero.

Per una famiglia tipo con un consumo di 2.700 kWh annui e spesa media di 600 €, il risparmio “varrebbe più del 20% della bolletta”, si legge nella memoria depositata dall’Autorità (link in basso), dalla quale si apprende anche come l’asta abbia ridisegnato – in parte – la mappa dei fornitori nazionali.

Enel resta al primo posto per numero di clienti, ma passa da 17,13 milioni (56,7% del totale) a 14,5 milioni (48,2%). Eni Plenitude, che non si è aggiudicata nessuna area, resta seconda e ferma a 2,63 milioni (8,71%), Hera sale dal sesto al terzo posto passando da 878mila a 2,2 milioni (dal 2,91% al 7,32%), Edison passa dal settimo al quarto posto raddoppiando i clienti da 700mila a 1,4 mln, A2A Energia scende dal terzo al quinto posto passando da 1,07 milioni (3,55%) a 1,18 milioni (3,93%).

Acea, l’altro fornitore insieme a Enel con saldo negativo, scende dal quarto all’ottavo posto da 927mila clienti (3,07%) a 595mila (1,97%). Da segnalare l’ingresso di Salerno Energia Vendite al decimo posto grazie ai 405mila clienti conquistati insieme a Iren nelle Aree Sud 6 e Sud 7. L’elenco completo dei vincitori delle aste per territorio è disponibile sul sito Arera a questo link.

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Il documento ha confermato anche l’elevata partecipazione dei fornitori, con un minimo di 9 offerenti per l’area 17 (Napoli provincia, Nuoro, Sassari) e un massimo di 16 partecipanti che hanno cercato di aggiudicarsi l’area 6 (Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Pavia). Nelle aree restanti il numero minimo di offerenti è stato pari a dieci.

Lo sconto atteso per i clienti nel servizio a tutele graduali ha spinto alcuni deputati, tra cui il presidente della commissione Attività produttive Alberto Gusmeroli (Lega) e Vinicio Peluffo (Pd), a invitare l’authority a divulgare l’esito dell’asta favorevole, così da facilitare l’esercizio del diritto dei consumatori domestici non vulnerabili oggi serviti in mercato libero di richiedere entro il 30 giugno il rientro in maggior tutela, per poter usufruire del più vantaggioso Stg da luglio.

L’esito delle aste ha sollevato un’altra questione, che riguarda i clienti vulnerabili, che proprio da luglio – ad esclusione dei beneficiari dei bonus sociali – pagheranno di più dei non vulnerabili.

Un paradosso che secondo Besseghini durerà almeno fino alle previste gare per il servizio di vulnerabilità, che però in ogni caso – ha lasciato intendere il presidente dell’Autorità – difficilmente daranno risultati paragonabili al Servizio a tutele graduali in termini di ribassi.

In merito Besseghini ha spiegato che “giova interrogarsi se effettivamente questa sia la configurazione che il Legislatore intendeva perseguire con l’emanazione dei relativi atti normativi e se, valutati positivamente gli esiti delle aste del Servizio a tutele graduali, non siano da considerare interventi ulteriori e diversi in relazione ai clienti vulnerabili”.

Intanto l’Autorità ha pubblicato l’aggiornamento del Monitoraggio retail per fotografare l’evoluzione del mercato libero. Secondo i dati Arera alcune offerte (circa il 15% delle offerte per il cliente domestico elettrico tipo, principalmente a prezzo variabile) sono più convenienti rispetto alla tutela, ma i consumatori non sembrano avere la capacità di cogliere questi vantaggi.

Il numero di Pmi ancora in tutela è passato da 200mila a 85mila, una riduzione del 56,4%. Passando sul libero, le piccole e medie imprese hanno scelto in primo luogo altri venditori, poi l’esercente del Servizio a tutele graduali e in ultima posizione venditori facenti parte del gruppo del precedente esercente la tutela.

Le microimprese ancora sotto tutela sono scese del 21,2% da 1,3 a 1,02 milioni, ma in questo caso chi è uscito ha privilegiato il precedente esercente la maggior tutela, poi altri venditori del libero e infine gli esercenti del Servizio a tutele graduali.

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