Annullata la multa a Eni per pubblicità ingannevole sul Diesel+

Il Consiglio di Stato respinge in appello le accuse di greenwashing dell'Antitrust e dà ragione al cane a sei zampe. La sentenza e le sue motivazioni.

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Annullata la multa da 5 milioni di euro a Eni per presunta pubblicità ingannevole sul suo “Diesel+”.

La decisione è arrivata dal Consiglio di stato, che nella sentenza pubblicata il 23 aprile ha accolto il ricorso in appello del cane a sei zampe contro l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm).

Quest’ultima, ricordiamo, aveva multato Eni a fine 2019 perché a suo avviso la campagna pubblicitaria del Diesel+ era ingannevole, con messaggi fuorvianti per i consumatori sugli asseriti vantaggi ambientali di questo particolare carburante, che contiene un 15% di HVO (Hydrotreated Vegetable Oil), cioè una componente di biocombustibile derivato da olio di palma.

Secondo l’Antitrust, l’ingannevolezza delle pubblicità “derivava in primo luogo dalla confusione fra il prodotto pubblicizzato Eni Diesel+ e la sua componente biodiesel HVO (Hydrotreated Vegetable Oil), chiamata da Eni ‘Green Diesel’, attribuendo al prodotto nel suo complesso vanti ambientali che non sono risultati fondati”.

Per i giudici, invece, i messaggi pubblicitari di Eni non sono greenwashing né includono pratiche commerciali scorrette. In generale, si legge nella sentenza (corsivo e neretti nostri), “non può dubitarsi, in linea di principio, della legittimità dell’impiego di claim ‘green’ anche in relazione a prodotti (come nel caso di specie un carburante diesel) che sono (e restano) in certa misura inquinanti ma che presentano, rispetto ad altri, un minore impatto sull’ambiente”.

Passando poi in rassegna i diversi messaggi pubblicitari (scritti, video e di altro tipo), per come censiti dalla stessa Autorità, “emerge l’impiego da parte di Eni di claim di supporto chiari e specifici che riferiscono il carattere green solo ad una componente e espongono vantaggi in termini relativi (e non assoluti né tantomeno di impatto positivo)”.

Nel commentare la sentenza, Eni ha evidenziato che “il Consiglio di Stato ha definitivamente accertato che nessuna pratica commerciale scorretta è stata messa in atto da Eni ai danni dei consumatori e che gli addebiti a suo tempo mossi dall’Agcm sono da ritenersi infondati, disconoscendo il principio secondo cui termini quali green e simili non possano mai essere associati a prodotti considerati, per loro natura, non ‘a impatto zero’ sull’ambiente”.

Viene pertanto affermata “la correttezza dell’operato di Eni rispetto a un’accusa che è stata spesso utilizzata in modo del tutto ingiusto e strumentale per sminuire in modo infondato le proprietà di abbattimento delle emissioni dei propri biocarburanti, che oggi vengono distribuiti anche in purezza, migliorando ancora di più la riduzione delle emissioni climalteranti”.

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