Quando la finestra è nuova ma installata male: gli errori più comuni da evitare

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Scegliere l’infisso più adatto alle nostre esigenze, in termini di prestazioni, estetica e costo, non basta per migliorare l’efficienza energetica della casa. Molta attenzione va posta alla corretta posa in opera dei serramenti. Qualche consiglio degli esperti che abbiamo interpellato.

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Ho comprato le finestre nuove per la mia abitazione, molto belle e con ottime prestazioni per quanto riguarda l’isolamento termico e acustico, dopo aver valutato con attenzione i costi, i diversi materiali (PVC, alluminio, legno?), i tipi di vetro…

Sono convinto che la casa diventerà più confortevole e più efficiente dal punto di vista energetico, ma c’è un aspetto che potrebbe vanificare in parte il rendimento degli infissi super-tecnologici appena acquistati: la posa in opera.

Installare in modo corretto le finestre è più complesso di quanto può sembrare a un occhio inesperto.

Il primo passo è scegliere il prodotto che risponde alle mie esigenze (anche estetiche), confrontando le varie soluzioni offerte dal mercato. Rimandiamo a due mini-guide di QualEnergia.it sui serramenti domestici:

Non bisogna accontentarsi di garanzie generiche sull’esecuzione “a regola d’arte” del lavoro, ma chiedere sempre tutti i documenti che attestano la qualità del prodotto, soprattutto le certificazioni dei valori di trasmittanza e isolamento acustico. Inoltre, il produttore/serramentista deve rilasciare una dichiarazione di prestazione che conferma le caratteristiche di ciascun infisso.

Poi bisogna accertarsi che le finestre siano montate con determinati requisiti. Come evitare gli errori più comuni? QualEnergia.it ha chiesto qualche consiglio a due esperti dell’agenzia CasaClima di Bolzano, Carla Orsini e Astrid Schartmüller, e all’architetto Rudi Zancan, relatore a corsi e conferenze sugli infissi.

Quali materiali usare

A marzo 2017, spiega innanzi tutto Carla Orsini, “è entrata in vigore la norma UNI 11673, che definisce requisiti e criteri di verifica per progettare correttamente l’installazione dei serramenti negli edifici nuovi e nei casi di risanamento/riqualificazione energetica”.

Di fondamentale importanza è la progettazione dei giunti di posa, che devono garantire una perfetta tenuta all’aria sul lato interno e agli agenti atmosferici (pioggia, vento) all’esterno.

“Un errore molto frequente”, chiarisce l’esperta di CasaClima, “è utilizzare siliconi e schiume tradizionali per sigillare l’infisso. Il silicone, in particolare, andrebbe eliminato, perché si spalma nel giunto e si crepa nel giro di 2-3 anni, facendo passare aria e calore. La schiuma, da sola, non basta, essendo un materiale poroso che non garantisce una sigillatura totale”.

Oltre a sostituire il silicone con un sigillante MS polimero (attenzione però: all’esterno, va applicato solo sulla parte inferiore, per chiudere il giunto tra finestra e davanzale e impedire all’acqua stagnante di penetrare all’interno), Orsini raccomanda l’impiego di schiuma elastica, che riesce a “seguire” i movimenti del giunto, perché “pareti e finestre sono composte di materiali diversi e reagiscono in modo differente alle variazioni di caldo/freddo, di conseguenza se la schiuma è poco elastica finisce per fessurarsi”.

Inoltre, precisa l’altra esperta di finestre di CasaClima che abbiamo sentito, Astrid Schartmüller, conviene utilizzare nastri autoespandenti all’interno e all’esterno, tra il controtelaio e il telaio vero e proprio della finestra, che consentono di tappare perfettamente le fessure, assicurando prestazioni notevolmente superiori rispetto alle schiume e ai siliconi, in termini di tenuta all’aria e all’acqua.

Con o senza opere murarie?

Il punto, ricorda poi Zancan, è che la maggior parte degli interventi in Italia riguarda la sostituzione di vecchie finestre con le nuove, senza opere murarie, dove i clienti tendono a preferire l’esecuzione di lavori meno costosi e più “puliti”, per evitare polveri e calcinacci.

Tuttavia, un intervento più radicale, che coinvolga anche la parte muraria delle spallette, sarebbe indispensabile per ottenere i risultati migliori.

Molto spesso, quando si smontano le finestre, continua Zancan, “si trovano sotto dei vecchi controtelai di legno o metallo e in questi casi bisognerebbe smurare tutto, perché è quasi impossibile sigillare bene il giunto primario, quello tra l’intonaco e il falso-telaio, se non si elimina la struttura preesistente”.

In tante occasioni, invece, succede questo: il serramentista inserisce la nuova finestra sul vecchio controtelaio e poi raccorda lo spazio che rimane tra l’infisso e la parete con piattine e silicone.

Molto trascurata, ma a torto, aggiunge Zancan, “è la corretta ventilazione delle stanze, soprattutto quando si montano serramenti con elevate prestazioni energetiche senza un progetto più complessivo di cappotto termico interno o esterno sulle pareti”.

“Con gli infissi nuovi”, chiarisce l’architetto, “aumenta il rischio che si formino muffe sui muri, in particolare in bagno e in cucina, se ci dimentichiamo di aprire un po’ le finestre per far disperdere l’umidità dell’aria ogni volta che viene prodotta. L’alternativa è installare dei dispositivi di ventilazione automatica”.

Attenzione ai davanzali

Un altro errore di posa che si vede molto spesso nelle case italiane è il cosiddetto “davanzale passante” di pietra o marmo, su cui è poggiato direttamente il serramento.

Il problema, spiega Carla Orsini, “è che il davanzale può creare un ponte termico con la conseguente possibile formazione di muffe e condense all’interno”.

“Se proprio si vuole lasciare il vecchio davanzale, bisogna accertarsi che l’installatore esegua un taglio con uno speciale macchinario, nel punto esatto in cui andrà montato l’infisso, inserendo uno speciale materiale isolante. È lo stesso principio del taglio termico delle finestre in alluminio”.

L’importanza dei cassonetti

Infine, non bisogna assolutamente trascurare il cassonetto. Quest’ultimo, infatti, evidenzia Schartmüller, deve essere progettato insieme alla finestra, altrimenti si rischia di compromettere la buona riuscita del lavoro. Sostituire soltanto le finestre, senza risanare i vecchi cassonetti non coibentati, insomma, è una pessima idea dal punto di vista energetico.

Per evitare opere murarie più invasive, spiega allora l’esperta di CasaClima, “si può lasciare la struttura esistente, a patto però d’inserire all’interno, dove c’è il rullo, un materassino isolante, altrimenti si può realizzare un cappotto esterno con pannelli isolanti su tutti i lati del cassonetto”.

Senza dimenticare che anche i “buchi” dove scorrono le cinghie delle tapparelle vanno considerati nell’intervento complessivo, perché da lì passano gli spifferi d’aria.

La soluzione, in questo caso, se non si vuole installare un motore elettrico per ogni tapparella, è montare delle speciali placche con delle guarnizioni a “spazzola” sulle fessure, che permettono di ridurre moltissimo il passaggio dell’aria.

Articolo pubblicato originariamente il 10 maggio 2018. Per approfondire vedi anche la pagina web del sigillo Finestra Qualità di CasaClima.

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