Bonus edilizi, cosa scegliere per cambiare porte e finestre nel 2024?

Come funzionano e quante sono le agevolazioni per la sostituzione degli infissi nell'anno corrente.

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Alcune modifiche contenute nel decreto Superbonus hanno cambiato lo schema di agevolazioni fiscali per la sostituzione di porte e finestre, i cosiddetti “bonus infissi”, che nel 2024 possono essere utilizzati ancora da una vasta platea di persone che intendono ammodernare le proprie abitazioni.

A seconda che si tratti di un condominio o di un edificio unifamiliare, cambiano le regole cui fare riferimento e le aliquote di restituzione della spesa. Vediamole nel dettaglio iniziando dagli edifici condominiali (si veda anche la nostra mini-guida su quali bonus scegliere per il cappotto termico).

Come funziona per i condomìni

Resta valido il Superbonus per la sostituzione di porte e finestre, a patto che si tratti di un “intervento trainato”, ossia in accompagnamento a lavori di isolamento termico, sostituzione degli impianti o messa in sicurezza antisismica.

Dopo una lunga diatriba interna alla maggioranza e un tira e molla ancora in atto con le associazioni di categoria dell’edilizia, le aliquote del Superbonus del 110% e del 90% sono passate al 70% nel 2024 (il 65% nel 2025).

Il limite massimo del bonus per gli infissi è di 60mila euro, quindi il tetto di spesa è pari a 85.714 euro. Possono usufruire del Superbonus – ricordiamo – le persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti o professioni, proprietarie di appartamenti in condominio. L’agevolazione consiste in una detrazione Irpef suddivisa in quattro rate di uguale importo: non c’è più l’opzione dello sconto in fattura o della cessione de credito.

Qualora l’intervento sugli infissi non si accompagni ad altri lavori che ricadono nell’ambito del Superbonus, è possibile ricorrere all’Ecobonus, che ha un’aliquota variabile. Se la sostituzione degli infissi rientra in un intervento di riqualificazione globale dell’edificio, che interessa le parti comuni e tutti gli appartamenti, l’Ecobonus ha un’aliquota del 65% e il tetto della detrazione è pari a 100mila euro per i lavori complessivi.

Se l’intervento interessa almeno il 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio, l’aliquota sale al 70%, da calcolare su un tetto di spesa complessivo pari a 40mila euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari presenti nell’edificio. Se la sostituzione degli infissi è realizzata nell’ambito di un intervento con cui si consegue la qualità media di cui al DM 26 giugno 2015, l’aliquota dell’Ecobonus è pari al 75%, con il tetto di spesa calcolato allo stesso modo.

Possono ottenere l’Ecobonus, come detrazione Irpef o Ires, le persone fisiche, gli enti non commerciali, i professionisti e i titolari di reddito di impresa. Non è invece consentito lo sconto in fattura o la cessione del credito.

I beneficiari devono acquisire l’asseverazione del tecnico abilitato, che può essere sostituita da una certificazione fornita dal produttore, e la scheda informativa degli interventi realizzati.

Infissi ed edifici unifamiliari

L’Ecobonus può essere usato anche per cambiare le finestre nelle case unifamiliari; se prendiamo come riferimento un edificio unifamiliare su cui viene realizzato un intervento di riqualificazione energetica globale, il bonus ha un’aliquota del 65% e il tetto della detrazione è pari a 100mila euro. Se si tratta invece di lavori mirati esclusivamente alla sostituzione di porte e finestre, l’aliquota scende al 50% e il tetto della detrazione a 60mila euro.

L’alternativa è il bonus ristrutturazioni, con aliquota del 50% e tetto di spesa, su cui calcolare la detrazione, pari a 96mila euro. Il limite della detrazione è quindi pari a 48mila euro. Dal 2025 è previsto che l’aliquota di questo bonus scenda al 36%, con tetto di spesa a 48mila euro.

Il nodo del Bonus barriere architettoniche

Il decreto Superbonus ha poi escluso il ricorso al Bonus barriere architettoniche – la cui aliquota è del 75% – per la sostituzione degli infissi, limitandone l’applicazione a interventi che interessino soltanto scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.

Alcuni emendamenti mirano a rivedere, in sede di conversione del decreto, le restrizioni sui contributi edilizi disposte dal governo. Martedì è previsto un incontro al ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) tra alcuni parlamentari della maggioranza e il ministro Giancarlo Giorgetti.

L’obiettivo – sostiene QuiFinanza – è quello di estendere la possibilità di ottenere benefici fiscali per tutti i tipi di interventi contro le barriere architettoniche, mantenendo lo sconto in fattura e la cessione del credito. Per far quadrare i conti si sta valutando l’estensione della detrazione a dieci anni, accompagnata da una riduzione al 50% dell’importo detraibile e l’obbligo, in ogni caso, di presentare un’asseverazione tecnica.

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