Il Senato vuole più tasse sulla CO2 e incentivi a rinnovabili ed efficienza

Incentivi per le rinnovabili fino al 2025, target UE su efficienza da portare al 40%, stretta sugli incentivi alle fossili e azione sulla fiscalità per abbattere le emissioni, anche con tasse sui prodotti importati. In una risoluzione delle Commissioni X e XIII il Senato fa varie richieste sui temi dell'energia pulita.

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Incentivi alle rinnovabili fino al 2025, con l’equiparazione di quelle in autoconsumo a interventi di efficienza energetica, che dovrebbero avere meccanismi di sostegno “almeno triennali”.

Giro di vite sugli incentivi alle fossili, una tassa sulla CO2 nei prodotti che affianchi l’ETS, definito “inefficace” e target europeo 2030 sul risparmio energetico da innalzare al 40%

Il Senato sembra avere posizioni più progressiste di quelle del Governo: queste sono, infatti, alcune delle richieste incluse dalle Commissioni X e XIII di Palazzo Madama in una risoluzione approvata ieri, sulla proposta di regolamento Ue sulla governance dell’Unione energetica.

Tasse sulle CO2 e sussidi alle fossili

L’Italia, si legge nella risoluzione (neretti nostri, documento in allegato in basso),  “dovrà correggere con urgenza alcune distorsioni presenti nel mercato nazionale inserendo nella nuova Strategia energetica nazionale un cambio di passo sulle incentivazioni alle fonti fossili rivedendo anche – come ha gia fatto la Francia – il valore dato alle emissioni inquinanti in atmosfera.”

C’è, si chiarisce , “la necessità di ridimensionare fino ad azzerare la favorevole fiscalità e le incentivazioni alle fonti fossili tuttora in uso, soprattutto nelle industrie energivore e nei trasporti.

Quanto al sistema Ets,  “non si è dimostrato capace di saper orientare – in senso virtuoso ed ecocompatibile – i grandi emettitori europei di CO2 verso l’efficienza energetica e un maggiore impiego di energie rinnovabili”.

La soluzione? “potrebbe essere identificata applicando un sistema di tassazione diretta del carbonio presente nei prodotti, in modo da rendere chiara l’applicazione di una fiscalità ecologica“.

Le commissioni spiegano infatti che “fino a che il sistema Ets rimarrà uno strumento limitato ai confini europei, la soluzione della riserva stabilizzatrice proposta dalla Commissione Ue avrebbe soltanto l’effetto di rendere ancora più competitivi i prodotti altamente emissivi dei Paesi extra-Ue“.

Energia rinnovabili

Le fonti rinnovabili, si legge nel documento “risultano già competitive”. Si prevede tuttavia che “fino al 2025, debbano comunque accedere a forme incentivanti per risultare più appetibili rispetto alle fonti fossili.

Le fonti pulite, in ogni caso, si specifica, già oggi sono “sufficientemente mature per poter partecipare alle aste energetiche e accedere al mercato degli sbilanciamenti e, in tal senso, andrebbe modificata la disciplina delle aste”.

Un punto importante è sugli impianti per l’autoconsumo, che “potrebbero utilmente godere anche dei benefici fiscali derivanti dall’efficienza“.

Bisogna poi investire in ricerca per “creare una filiera all’interno dell’Unione europea che punti sulla qualità delle energie rinnovabili prodotte e non soltanto sui volumi di energia prodotta.

Le valutazioni della Commissione europea – si ricorda – prevedono una diminuzione di altri 60 miliardi di euro nell’importazione di energia, nel caso in cui verranno impiegate le fonti rinnovabili nel riscaldamento, nel raffrescamento e nei trasporti.

Efficienza energetica e trasporti

In materia di efficienza energetica, per i senatori, il target europeo 2030del 30 per cento di recupero della efficienza energetica andrebbe nuovamente innalzato – rispetto al livello originariamente previsto del 27 per cento, poi adeguato al 30 per cento – al 40 per cento.”

Tale opzione, si aggiunge “andrebbe introdotta congiuntamente ad una rimodulazione dell’incremento dell’1,5 per cento in efficienza energetica, in considerazione della diversa situazione di partenza di ciascuno Stato membro.”

Si osserva inoltre che “l’incentivazione per il raggiungimento di maggiori livelli negli edifici di ogni tipologia e utilizzo – compresi quelli commerciali, industriali e i condomini – deve prevedere piani di lungo periodo, almeno triennali, a cui si aggiungono anche le massime riduzioni possibili degli oneri amministrativi.

Particolare attenzione”, si aggiunge, deve avere “lo sviluppo degli abbattimenti di edifici con ricostruzione a energia passiva o in classe A e le nuove costruzioni.

Sul fronte della mobilità, le commissioni sottolineano che “con il trasporto elettrico è possibile arrivare a un abbattimento delle emissioni fino al 98%” e che “molto può fare nche il gas liquido e il gas da biometano per autotrazione“. Molto può fare, si aggiunge in tal senso, “anche il gas liquido e il gas da biometano per autotrazione e il maggiore sviluppo del trasporto su ferro sia per le merci che per le persone.”

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