Il racconto dell’energia ha cento facce

La filiera energetica ha il suo racconto. Il rapporto di Symbola ed Enel sulle cento eccellenze italiane dell'energia. Dalla generazione di energia elettrica, passando dalla manutenzione degli impianti per arrivare fino all’efficienza dei consumi nelle case e alla mobilità elettrica.

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Cento storie d’energia. E tutte italiane. È questo il punto cardine dell’iniziativa presentata da Symbola ed Enel a pochi giorni dall’apertura del cruciale appuntamento della Cop 21 di Parigi, nella quale sono contenute quelle che gli ambientalisti chiamano le “best practices” in materia d’energia che è possibile incontrare lungo il Bel Paese. Il lavoro d’illustrazione realizzato da Symbola ed Enel riguarda tutta la filiera elettrica dalla generazione alla distribuzione di energia elettrica, passando dalla manutenzione degli impianti per arrivare fino all’efficienza dei consumi nelle case.

«Si tratta di un rapporto sulla filiera elettrica, su cento soggetti italiani perchè il grosso sono imprese ma ci sono anche centri di ricerca, associazioni, che spingono verso rinnovabili, risparmio enregetico, verso un’economia attenta alle ragioni dell’uomo. Esperienze grandi e piccole. – così ha detto Ermete Realacci, presidente di Symbola e della commissione Ambiente della Camera – Questa Italia può essere anche il nostro contributo a Parigi, perchè la Cop21 non può fallire e ci sono le condizioni per non fallire. Il suo successo aiuterá altre sfide in campo, perchè ridurre i combustibili fossili significa anche piú libertá nella politica estera, e meno petrolio significa anche meno tensioni in alcune parti del mondo».

Le realtà documentate nello studio vanno dai centri di ricerca che mettono a punto innovativi sistemi per avere energia pulita nel Mediterraneo, dal grande architetto che presta la sue competenze per dare bellezza, ai mini-aerogeneratori eolici. Dalla start-up che traccia i consumi degli elettrodomestici e indica, attraverso gli smartphone, come tagliare la bolletta, all’azienda leader nella produzione di cavi; da chi inventa colonnine più rapide per la ricarica delle auto elettriche, fino ai sistemi che garantiscono la sicurezza degli operatori nelle centrali e alle associazioni che alimentano la domanda d’efficienza e sostenibilità tra i cittadini, le famiglie e le imprese.

Ma la svolta, per quanto riguarda Enel, che ricordiamo solo fino a qualche anno fa con il precedente management era filonucleare è arrivata dalle parole di Francesco Starace, attuale amministratore delegato e direttore generale della società. «Pensiamo che la mobilità elettrica sia il colpo finale al cambiamento climatico, senza il quale ci trascineremo ancora con dei target non raggiunti e infatti vedrete che dalla Cop21 usciremo dicendo ora dobbiamo occuparci di mobilità elettrica, perchè senza questo tassello tutto non si tiene. A Parigi si scoprirà che senza il contributo essenziale del trasporto questo mostro del cambiamento climatico si riuscirà forse a colpire duramente ma non ad abbattere del tutto, credo che dall’alto debba cominciare a scendere una pressione su questo settore, pressione che, come abbiamo visto nel settore energetico, poi muove le cose», ha spiegato Starace, durante la presentazione.

E a chi dal pubblico obiettava che il più grande gruppo automobilistico d’origine italiana non avesse a catalogo neppure un’autovettura elettrica Starace ha risposto che l’Italia può giocare una grande partita perchè ha tutto quel che serve per primeggiare nel campo perchè la mobilità elettrica è un mondo «totalmente sconosciuto su cui ci sará un sacco di innovazione e tantissima componentistica e tecnologia dentro le macchine», concetto che è stato ribadito da Realacci che ha detto: «L’Italia è estremamente abile “nell’attaccare i fili”, ossia nell’innovazione incrementale, migliorando in maniera sostanziale i prodotti, specialmente con nuove tecnologie».

Il rapporto “100 Italian Energy Stories” (pdf)

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