IEA: alle fossili 550 mld$/anno di sussidi, 4 volte più che alle rinnovabili

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I sussidi alle fonti fossili, si legge nel nuovo World Energy Outlook della International Energy Agency, hanno raggiunto i 550 miliardi di dollari nel 2013, più di quattro volte quelli elargiti a favore delle energie rinnovabili. Un ostacolo agli investimenti in efficienza e in fonti pulite.

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In Medio Oriente, circa 2 milioni di barili al giorno di greggio e di prodotti raffinati vengono utilizzati per la generazione elettrica ma, in assenza di sussidi, le principali tecnologie rinnovabili sarebbero competitive rispetto alle centrali elettriche alimentate a petrolio. In Arabia Saudita, l’investimento addizionale necessario per l’acquisto di una autovettura due volte più efficiente rispetto alla media delle vetture circolanti attualmente è recuperabile in 16 anni: questo periodo di ritorno dell’investimento si ridurrebbe a 3 anni se solo la benzina non fosse sussidiata.

Sono alcuni esempio presentati dalla International Energy Agency, nel World Energy Outlook 2015 pubblicato oggi, per denunciare gli aiuti pubblici a petrolio, gas e carbone. I sussidi alle fonti fossili – vi si legge – hanno raggiunto i 550 miliardi di dollari nel 2013 – più di quattro volte quelli elargiti a favore delle energie rinnovabili – rappresentando un ostacolo agli investimenti in efficienza e in fonti pulite.

La stima della IEA non tiene conto degli aiuti indiretti, cioè del fatto che l’industria delle fossili non paga, ma scarica sulla collettività le esternalità negative, cioè i danni a salute, ambiente e clima che produce.

Se si calcolassero anche questi aspetti, come di recente ha fatto il Fondo Monetario Internazionale risulterebbe che a petrolio, gas e carbone vanno aiuti pubblici, diretti e indiretti, per 10 volte tanto: 5.300 miliardi di dollari all’anno, vale a dire il 6,5% del Pil mondiale e 10 milioni di dollari ogni minuto.

Se eliminassimo questi sussidi impliciti ed espliciti, stima il FMI, le emissioni di gas serra calerebbero del 20%, e sarebbe un passo avanti determinante nella lotta al global warming sulla quale si stanno facendo ancora pochi progressi.

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