I sussidi al consumo di combustibili fossili sono aumentati vertiginosamente nel 2022, superando per la prima volta i 1000 miliardi di dollari a livello mondiale.
I soldi pubblici spesi per agevolare il consumo di gas, petrolio e carbone nel 2022 sono raddoppiati rispetto al 2021, anno in cui già si era stanziato quasi 5 volte la somma del 2020.
Se hanno aiutato molti a superare la tempesta dei prezzi dell’energia, in generale non sono stati sufficientemente mirati a supportare chi ne ha più bisogno e a diminuire il fabbisogno energetico, segnando così una battuta d’arresto sulla strada da percorrere per la decarbonizzazione.
La stima e le considerazioni arrivano da un nuovo report della Iea che mette in luce un altro degli effetti della crisi energetica iniziata dalla fine del 2022 e scatenatasi dopo l’invasione russa dell’Ucraina (vedi documento in basso).
“Questi esborsi crescenti sono in netto contrasto con il Patto per il clima di Glasgow, che nel novembre 2021 invitava i paesi a ‘eliminare gradualmente… i sussidi inefficienti ai combustibili fossili, fornendo al contempo un sostegno mirato ai più poveri e ai più vulnerabili’”, fa notare l’Agenzia internazionale per l’energia nel presentare lo studio.
“La nostra analisi – prosegue – mostra che molte di queste misure governative non erano ben mirate e, sebbene abbiano parzialmente protetto i clienti dai costi alle stelle, hanno mantenuto artificialmente la competitività dei combustibili fossili rispetto alle alternative a basse emissioni”.
Da molti anni la Iea monitora i sussidi ai combustibili fossili, intesi come contributi per far sì che i consumatori li paghino meno del prezzo di mercato.
Secondo le sue stime preliminari per il 2022, le agevolazioni per il petrolio sono aumentate di circa l’85%, mentre gli aiuti al consumo di gas naturale ed elettricità sono più che raddoppiati.
Il dato non stupisce, tenendo conto dei massicci interventi degli Stati per proteggere cittadini e industrie dai prezzi stellari che si sono visti.
Ad esempio la Thailandia, sottolinea il report, ha introdotto un prezzo massimo di 0,85 $ per litro di gasolio e vari programmi di riforma dei sussidi sono stati interrotti; l’Egitto ha esteso i sussidi all’elettricità, che aveva precedentemente pianificato di eliminare gradualmente entro la fine dell’anno fiscale 2021-2022.
Quasi tutti i sussidi al consumo censiti dalla Iea si riferiscono alle economie emergenti e in via di sviluppo e più della metà ai paesi esportatori di combustibili fossili.
La maggior parte degli interventi nelle economie avanzate non rientra, invece, nella definizione di sussidi al consumo usata dalla Iea, poiché i prezzi medi per gli utenti finali sono rimasti al di sopra dei valori di mercato, si spiega.
Ma anche nel cosiddetto primo mondo, le misure contro il caro energia (e indirettamente pro fossili) sono state comunque un notevole drenaggio di risorse fiscali, si osserva. Oltre 500 miliardi di dollari di spesa extra sono stati impegnati per ridurre le bollette energetiche nel 2022, principalmente nei paesi ricchi: una cifra che andrebbe sommata a quella dei sussidi alle fossili identificati nel resto del mondo.
Tra le misure “sfuggite” al censimento, ci sono infatti esenzioni da varie tasse e prelievi, meccanismi di compensazione per particolari gruppi di consumatori, dilazioni dei pagamenti o moratorie sulle disconnessioni per insolvenza.
“Le azioni dei governi – commentano gli autori del report – riducono le difficoltà, ma indeboliscono anche gli incentivi a risparmiare o a passare a fonti di energia alternative e consumano fondi pubblici che potrebbero essere spesi in altre aree, compresa la transizione energetica”.
Gli alti prezzi dei combustibili fossili colpiscono più duramente i poveri, ma i sussidi sono raramente ben mirati e, di conseguenza, tendono a favorire i più ricchi, si fa notare.
Per aiutare le fasce economicamente più deboli, la Iea raccomanda una migliore raccolta di dati e che i sussidi siano inseriti in una più ampia serie di politiche e misure che consentano alle famiglie e alle industrie di fare scelte energetiche più pulite.
Le tecnologie e i servizi per risparmiare energia e/o emissioni, si auspica, devono essere prontamente disponibili per i consumatori più poveri che hanno bisogno di supporto per gestire i costi iniziali.
“È molto meglio che i governi spendano tempo e denaro in cambiamenti strutturali che riducono la domanda di combustibili fossili, piuttosto che in aiuti di emergenza quando i prezzi del carburante salgono”, si conclude.