Tap e rigassificatori entro il 2019, la sicurezza energetica secondo De Vincenti

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Claudio De Vincenti, viceministro del Ministero delle Sviluppo economico, in un'intervista sul periodico del GSE, spiega le tappe necessarie per la sicurezza degli approvvigionamenti, ma si dichiara tranquillo per il rischio immediato di carenza gas. Non sembra che nella sua strategia abbiano però un gran peso fonti rinnovabili ed efficienza.

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La differenziazione degli approvvigionamenti energetici “è uno degli elementi-chiave di una strategia per la sicurezza energetica. Richiede di impostare la realizzazione di infrastrutture, come il Tap e i rigassificatori, che abbisognano di alcuni anni e che quindi vanno avviate da subito. Per il completamento di queste opere infrastrutturali l’orizzonte temporale è il 2019. Nel frattempo dobbiamo accelerare nella costruzione delle interconnessioni tra i Paesi membri e nella realizzazione del reverse flow, fondamentali per sfruttare al meglio la differenziazione di approvvigionamenti oggi disponibili per i diversi Paesi europei”. Così Claudio De Vincenti, viceministro allo Sviluppo economico, nel suo intervento nell”ultimo numero di “Elementi”, periodico del Gestore dei Servizi Energetici.

Sul pericolo di una carenza di gas per le famiglie e le imprese italiane, De Vincenti è categorico: “La situazione energetica internazionale è attualmente molto complessa. Tuttavia nell’affrontare la questione dobbiamo partire da una premessa rassicurante: il livello di riempimento degli stoccaggi italiani è al massimo, pari al 94%. Una serie di stress test effettuati su indicazione della Commissione Europea ha evidenziato problemi gestibili. L’eventuale interruzione di un mese del flusso di gas dalla Russia non avrebbe effetti significativi. Mentre l’impatto di una interruzione per sei mesi richiederebbe un utilizzo più intenso degli stoccaggi commerciali e strategici e interventi preventivi di gestione della domanda”. Nessun accenno al tracollo dei consumi nazinali di gas naturale, tornati ai livelli del 1998.

Sulla riduzione della bolletta elettrica, De Vincenti, sostiene che “sia possibile con un percorso di revisione complessiva delle diverse voci che la compongono. Le misure del decreto sulla competitività, e i relativi decreti di attuazione, costituiscono i primi passi. Il nostro programma è di continuare questo percorso, cercando l’equilibrio tra l’obiettivo di ridurre la bolletta e la necessità di salvaguardare la competitività della grande industria e lo sviluppo delle reti”. In realtà i risultati di cui parla il viceministro sembrano veramente marginali, a fronte di un danno per migliaia di imprese del settore delle rinnovabili falcidiate da numerosi provvedimenti ostili, coronati dal cosiddetto spalma-incentivi.

Solo un accenno nell’intervista alla questione degli incentivi alle rinnovabili e all’efficienza energetica che, come da tempo affermiamo non sono una priorità, di questo ministero e di De Vincenti in particolare. Il viceministro si dice aad esempio ddirittura soddisfatto del sistema delle aste competitive, anche se pensa a qualche correzione. Ma come sappiamo l’efficacia di un sistema si vede dai risultati concreti e in questo caso se ne scorgono pochi. L’ANEV ha parlato esplicitamente di esperimento fallimentare.

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