L’obiettivo “net zero” secondo Forza Italia

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Le indicazioni su rinnovabili, nucleare, efficienza, decarbonizzazione dell’industria e idrogeno emerse dagli Stati generali dell’economia organizzati a Milano.

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“Vogliamo favorire il corretto sviluppo di tutte le rinnovabili (eolico, solare, idrico, geotermia, bioenergie) sfruttando le tecnologie oggi disponibili, senza preclusioni e innamoramenti”.

Da questo punto di vista sono state promosse “azioni concrete” volte anche “alla necessaria reintroduzione del nucleare in Italia” poiché “solo il connubio rinnovabili-nucleare potrà consentirci di raggiungere in futuro l’obiettivo net zero contemperando le esigenze di sicurezza, stabilità ed economicità delle forniture”.

Questa l’indicazione emersa sabato a Milano nel corso degli Stati generali dell’economia organizzati da Forza Italia.

Per l’occasione è stato diffuso uno specifico documento programmatico nel quale l’intento su questo settore è chiaro: “Vogliamo più energia per i cittadini europei e investimenti per integrare ulteriormente il mercato Ue elettrica-gas per garantire prezzi più bassi”.

La visione è quella di “un’Unione energetica che ci conduca verso un futuro a zero emissioni” utilizzando anche “gas e nucleare per la transizione e per garantire un percorso verso l’indipendenza”.

Nel documento non manca un riferimento alla più stretta attualità, alla luce delle ultime decisioni delle istituzioni europee.

“Chiediamo un Piano Ue per la tutela della casa e di rivedere la direttiva case green tenendo conto delle specificità degli immobili in ciascun Paese e incentivando l’efficientamento energetico. Intendiamo promuovere le rinnovabili e sfruttare i fondi del RepowerEU. L’energia pulita non è solo un bene per il pianeta ma anche per la nostra sicurezza”.

Tra i driver di questo processo, secondo FI, “infrastrutture transfrontaliere e rilanciare l’Europa come centro di ricerca per le tecnologie energetiche come l‘idrogeno e la fusione nucleare”.

Più in generale “siamo contro pratiche di dumping e per difendere i settori europei strategicamente importanti dalle pratiche sleali”.

Infine l’aspetto della competitività e dell’impresa: “Un tessuto industriale forte non può prescindere da un’industria di base altrettanto robusta. Non possiamo permetterci di perdere acciaio se vogliamo evitare la desertificazione industriale, visto che anche per fare pale eoliche e auto elettrice serve l’acciaio”.

Per questo motivo, si legge nel documento programmatico, “la questione Ilva va risolta per mantenere la produzione in Italia. Idem per alluminio, cemento, fertilizzanti e altri prodotti strategici: evitare che scappino, cominciando anche a ridurre i costi energetici, che sono del 27% più alti della media Ue”.

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