Quel rialzo fraudolento del prezzo dei carburanti ai danni degli utenti

  • 5 Aprile 2013

Sette compagnie petrolifere, con manovre speculative, hanno scaricato sugli utenti l'onere economico delle loro operazioni finanziarie. È quanto Guardia di Finanza e Procura della Repubblica di Varese hanno accertato dopo un anno di indagine. Ora gli atti inerenti l'indagine sono stati trasmessi per competenza territoriale alle Procure della Repubblica di Milano e Roma.

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Rialzo fraudolento del prezzo dei carburanti. È quanto Guardia di Finanza e Procura della Repubblica di Varese hanno accertato dopo un anno di indagine sulle compagnie petrolifere che, con manovre speculative, hanno scaricato sugli utenti l’onere economico delle loro operazioni finanziarie.

L’attività investigativa, si legge in una nota, è nata da un esposto del Codacons riferito a possibili manovre speculative su prodotti petroliferi atte a determinare, indebitamente, il rincaro di benzina e gasolio al dettaglio sul mercato nazionale italiano, ha portato ad accertare l’esistenza di un rialzo fraudolento dei prezzi dei carburanti attraverso manovre speculative in danno degli utenti finali. L’indagine, svolta dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Varese, è iniziata circa un anno fa in occasione del continuo rialzo dei prezzi dei carburanti e si è articolata, in una prima fase, attraverso la valutazione delle diverse dinamiche che concorrono alla formazione del prezzo dei prodotti petroliferi (dalla determinazione del prezzo internazionale, al margine lordo dell’industria petrolifera, alla tassazione…) ed all’esame della documentazione acquisita presso le compagnie petrolifere attinente l’origine e l’andamento dei prezzi dei carburanti e dei motivi delle variazioni in aumento ed in diminuzione, per il periodo dal gennaio 2011 al marzo 2012.

Insieme all’autorità giudiziaria, a Roma, sono stati esaminati i documenti relativi alle iniziative ed alle istruttorie intraprese nel tempo dall’Autorità garante della Concorrenza e del mercato e dal ministero dello Sviluppo economico-Direzione generale per il mercato, la concorrenza, il consumo, la vigilanza e la normativa tecnica e Direzione generale per la sicurezze e l’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche ed i rapporti intrattenuti da tali enti con l’Unione Petrolifera.

Le investigazioni hanno preso successivamente un taglio più tecnico con l’analisi dell’organizzazione dell’intera filiera distributiva, al fine di individuare eventuali ostacoli allo sviluppo degli impianti cosiddetti no logo, a verificare l’esistenza di meccanismi atti ad impedire un corretto stimolo concorrenziale e le modalità di determinazione dei prezzi, dal costo della materia prima ai prezzi applicati dalla rete distributiva attraverso un confronto delle tariffe del cosiddetto servito, fai da te e no-logo. I finanzieri hanno proceduto anche al raffronto con i prezzi praticati negli altri Paesi dell’Unione Europea nello stesso periodo, rilevando prezzi medi in Italia maggiori della media dei prezzi UE, ciò a causa, perlopiù, dell’inadeguatezza della rete distributiva. Gli accertamenti sono proseguiti con l’intento di verificare se le compagnie petrolifere avessero posto in essere una particolare forma di trasfer pricing, attuata attraverso operazioni intracomunitarie di cessione e riacquisto di prodotti petroliferi, avendo, come controparte, proprie imprese consociate, in modo da consentir loro di ottenere una forma di risparmio fiscale che determinerebbe parallelamente un innalzamento dei prezzi alla pompa praticati in Italia. L’attività è stata svolta esaminando, a livello nazionale, i dati acquisiti presso l’Agenzia delle Dogane sulle transazioni commerciali intercompany, effettuate dalle compagnie petrolifere.

L’articolato esame dei fattori ha fatto emergere come la causa principale di tale aumento sia attribuibile, oltre che ad una crescente domanda di energia dei cosiddetti Paesi emergenti, al ruolo rilevante dei fondi di investimento in commodity (materia prime come petrolio, rame, argento, oro…) e gli Etf sul petrolio (fondi indicizzati quotati in borsa, in tempo reale, come semplici azioni) che, risultando fortemente influenzati da azioni speculative, stante la loro elevata redditività, da un lato hanno attratto investitori in grado di determinare un aumento del prezzo del petrolio, pur restando estranei al suo mercato reale, come talune banche d’affari, dall’altro hanno determinato un intervento speculativo da parte delle compagnie petrolifere attraverso operazioni finanziarie con strumenti di finanza derivata finalizzati al mantenimento di prezzi elevati sui mercati del greggio di loro proprietà ai fini di una definizione conveniente dei prezzi dei carburanti praticati alla pompa.

Al termine delle indagini il gip del Tribunale di Varese ha riconosciuto l’esistenza di un rialzo fraudolento dei prezzi dei carburanti attraverso manovre speculative in danno degli utenti finali, commesse dagli organi apicali delle compagnie petrolifere, le cui sedi sono ubicate fuori dal territorio di Varese. Per tali ragioni, gli atti inerenti l’indagine sono stati trasmessi per competenza territoriale alle Procure della Repubblica di Milano e Roma.

(Fonte: Agenzia Dire)

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