Industria oil&gas, come tagliare le emissioni a monte

Eliminare il flaring, usare idrogeno pulito nelle raffinerie, elettrificare gli impianti produttivi: le soluzioni raccomandate dalla Iea.

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Ridurre le emissioni di metano, eliminare il flaring (tranne i casi in cui è necessario per ragioni di emergenza), elettrificare gli impianti produttivi utilizzando energia rinnovabile, installare sistemi per la cattura della CO2, utilizzare idrogeno low-carbon nelle raffinerie.

Sono le cinque azioni più importanti che le industrie oil&gas possono mettere in campo per abbattere in modo rilevante fino al 60% entro la fine di questo decennio le loro emissioni di gas serra.

È il focus del nuovo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia, Emissions from Oil and Gas Operations in Net Zero Transitions” (link in basso).

Le attività globali associate al settore petrolifero e del gas, evidenzia la Iea, rappresentano oggi quasi il 15% delle emissioni di gas serra legate all’energia. E le industrie “hanno la capacità e le risorse per ridurle in modo rapido ed economico”, si spiega.

La produzione, il trasporto e la lavorazione di petrolio e gas, precisa la Iea in una nota, hanno emesso l’equivalente di 5,1 miliardi di tonnellate di CO2 nel 2022.

Ma con uno sforzo congiunto per limitare l’intensità delle emissioni delle loro attività, tutte le compagnie oil&gas operative a livello mondiale potrebbero tagliare del 60%, come detto, queste emissioni entro il 2030.

E potrebbero ottenere questo risultato senza mettere a rischio le loro performance economiche e finanziarie.

Difatti, secondo gli esperti dell’Agenzia, dovrebbero investire circa 600 miliardi di dollari ma questa cifra è solo una frazione del reddito straordinario che i produttori di petrolio e gas hanno accumulato nel 2022, grazie ai rincari energetici.

Inoltre, molti investimenti richiesti possono anche generare flussi di reddito aggiuntivi, ad esempio evitando l’uso o lo spreco di gas e recuperando così più rapidamente la spesa iniziale.

Affrontare le emissioni di metano, sottolinea il rapporto, è la misura più importante per limitare le emissioni derivanti dalle operazioni del settore.

È anche una delle misure più convenienti e di maggiore impatto per limitare il riscaldamento globale a breve termine, poiché il metano è un gas serra molto più potente della CO2 durante la sua permanenza in atmosfera (circa 85 volte più potente su un arco di 20 anni).

Invece, dall’ultimo aggiornamento del Global Methane Tracker della Iea, è emerso che le emissioni di metano sono rimaste elevate nel 2022 e che le società oil&gas non stanno prendendo le misure necessarie per risolvere questo problema.

Per tagliare le emissioni di metano associate alle attività petrolifere e del gas, occorre innanzitutto fermare tutte le pratiche del venting e del flaring (tranne quelle motivate da ragioni di emergenza e di sicurezza).

Il venting è il rilascio intenzionale e controllato di gas in atmosfera (uno sfiato) durante le estrazioni di idrocarburi, mentre il flaring consiste nel bruciare il gas in eccesso, estratto insieme al petrolio.

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