Scenari petroliferi in calo. Opec e Repubblicani Usa attaccano duramente la Iea

Per l'Opec gli scenari Iea, che prefigurano un forte calo della domanda di petrolio, "diffamano" i produttori. L'attacco diventa un caso politico: esponenti del partito repubblicano chiedono il conto dei finanziamenti degli Stati Uniti all'agenzia.

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L’Agenzia Internazionale dell’Energia, istituita dopo lo shock petrolifero del 1973 per cercare di garantire una stabilità dei rifornimenti di greggio, aveva nel tempo acquisito notevole prestigio con i suoi rapporti annuali attentamente valutati dai vari governi.

Un settore in cui le previsioni dell’Agenzia si rivelarono però costantemente sbagliate è quello delle energie rinnovabili e in particolare del fotovoltaico, come si può notare dalla figura 1.

Ci vollero anni affinché la Iea prendesse atto della crescita esplosiva del solare e delle altre fonti rinnovabili.

Più in generale l’agenzia ha fatta propria la necessità di decarbonizzare le economie per affrontare la crisi climatica. E ha stimato investimenti mondiali delle fossili nel 2023 inferiori del 40% rispetto a quelli delle “clean energies” (voce che raggruppa rinnovabili, efficienza, mobilità elettrica, ecc.)

Questa posizione ha però disturbato il mondo Oil&Gas che invece continua a prevedere la necessità di aumentare continuamente le attività di esplorazione e produzione.

Non stupisce quindi che recentemente la Iea sia stata attaccata dall’Opec e in particolare dall’Arabia Saudita per le sue previsioni, secondo cui la domanda di petrolio potrebbe raggiungere il picco già nel 2030 (vedi fig. 2).

Lo scorso novembre il segretario generale dell’Opec, Haitham al-Ghais, aveva accusato la Iea di diffamare i produttori di petrolio e gas attraverso i suoi scenari.

Gli attacchi sono diventati un caso politico con la recente pubblicazione di una lettera firmata da importanti esponenti del partito repubblicano Usa.

Nel documento si chiede anche (minacciosamente) al segretario generale Fatih Birol di dettagliare i finanziamenti che la Iea ha ricevuto dagli Stati Uniti negli ultimi 10 anni.

L’osservazione del presidente francese Macron secondo cui la Iea era diventata il “braccio armato per l’attuazione dell’accordo di Parigi”, arrivata durante la riunione ministeriale del 2024 che ha segnato il 50° anniversario della sua fondazione, non ha fatto che aumentare le preoccupazioni del mondo fossile.

Le critiche alla Iea da parte dei legislatori repubblicani arrivano dopo le previsioni sul picco del petrolio e sulla velocità della transizione dai combustibili fossili. Scenari recentemente contestati dai leader di molte delle più grandi aziende produttrici del mondo.

Amin Nasser, amministratore delegato di Saudi Aramco, ha descritto le richieste di eliminare gradualmente i combustibili fossili per contribuire a scongiurare il cambiamento climatico come una “fantasia”.

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