Appunti dalla COP 18 di Doha (4)

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In attesa di novità positive, davvero improbabili, dal vertice Onu sul clima ormai in chiusura, uno spunto sulle dinamiche legate all'attuale boom del mercato del gas da fracking negli Stati Uniti, la conseguente competizione con lo stesso Qatar e gli effetti positivi sulla bolletta elettrica degli italiani. Le riflessioni dalla COP 18 di Doha di Francesco Ferrante.

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Come quasi sempre accade in questi vertici, di cui questo sembra ahimè il più stanco e depresso, il giorno prima di quello conclusivo sembra che tutto sia fermo. Come in attesa del rush finale che porti a un qualche accordo, seppur minimo.

Le proposte sul tavolo restano quelle di ieri. E di solito è la presidenza del paese ospitante che si adopera per evitare il fallimento totale. In questo caso il Qatar ha dalla sua anche la potenza dei petrodollari (che paradosso utilizzarla in una trattativa sui cambiamento climatici!) che gli permettono di esercitare pressione su Paesi anche insospettabili. Sarà senz’altro un caso, ma proprio ieri la Quatar Airlines (uno degli “agenti” del soft power espansivo di questo Paese), ha aperto una nuova tratta Doha-Varsavia. E la Polonia, come noto, è l’ostacolo più forte nella ricerca di un accordo su ‘Kyoto 2’.

Staremo a vedere come finisce nelle prossime ore. Intanto sfruttiamo quest’occasione per parlare di gas dal Paese che ne esporta di più al mondo nella sua forma liquefatta. Ovviamente al centro dell’attenzione è la rivoluzione causata dagli Usa e dal gas fracking. L’autosufficienza nel gas degli Usa ė ormai un fatto e persino la loro completa autosufficienza energetica non è più lontanissima. Comprensibile quindi che il Quatar guardi con la preoccupazione del concorrente al dibattito in corso negli Usa tra chi, l’industria manifatturiera, vorrebbe usare tutto il proprio gas per abbattere i costi interni e chi, l’industria estrattiva soprattutto (sembra ora che questa possa essere la scelta di Obama), pensa di puntare sull’export e migliorare la bilancia dei pagamenti.

Certo è che la questione ha già rivoluzionato il prezzo del gas nel mondo e finalmente i suoi effetti benefici arrivano anche in Italia. Attenti a queste cifre: nell’anno termico 1/10/2011-30/9/2012 il prezzo medio dell’elettricità in Borsa (il PUN) è stato 79 €/MWh. Negli ottimi due mesi invece solo grazie al fatto che il prezzo del gas è diminuito di 7 cent, il prezzo medio è sceso a 65 €/MWh. Un risparmio su base annua di oltre 4 miliardi di euro per le nostre bollette. Così, senza far niente, solo liberando il mercato da anacronistici monopoli, abbiamo recuperato la metà delle risorse impiegate sui tanto vituperati (e invece utilissimi) incentivi per le rinnovabili. Meditate, gente, meditate.  

Le precedenti puntate del diario da Doha:

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