Sul mercato libero dell’energia elettrica ci sono varie offerte più convenienti rispetto alla maggior tutela, ma i consumatori fanno fatica a cogliere i potenziali risparmi in bolletta e quindi spesso decidono di non scegliere.
Intanto, oltre metà dei clienti rimane con il suo fornitore “storico” quando passa al mercato libero, confermando quanto sia duro da scalfire il vantaggio competitivo dei gruppi energetici che operano anche nel servizio di maggior tutela.
Mentre l’uscita dei clienti dai contratti tutelati prosegue “a ritmo sostenuto”.
Sono le principali evidenze segnalate dall’Arera nel nuovo monitoraggio dei mercati retail per il primo semestre 2023.
Focalizzando la nostra attenzione sui clienti domestici del mercato elettrico, emerge un quadro ancora molto complesso e per nulla lineare, con tante difficoltà nella scelta consapevole delle migliori offerte disponibili.
In generale, secondo l’Autorità, la progressiva uscita dei clienti dalla maggior tutela continua con una certa intensità: a marzo 2023, il 69,3% dei consumatori domestici è sul mercato libero dell’energia elettrica (+2,4 punti percentuali rispetto a settembre 2022).
Il tasso di cambio fornitore è in aumento: nel 2022 è pari al 19,4% (di cui 12,4% solo nel mercato libero) e per il 2023 si stima un dato sostanzialmente in linea con quello dello scorso anno.
I clienti domestici più dinamici, si legge nel rapporto, sono quelli tra 18-29 anni, con un tasso di cambio fornitore nel periodo gennaio-giugno 2023 del 13,3%; anche i clienti nella fascia 30-49 anni cambiano abbastanza spesso fornitore (il tasso è del 10%).
L’Arera poi sottolinea che la quota di clienti, in uscita dalla maggior tutela, che sceglie “un contratto di libero mercato con lo stesso venditore che esercisce anche la maggior tutela”, o con un venditore collegato, “è molto elevata e continua a mantenersi al di sopra del 50%”.
Pertanto, il vantaggio competitivo nell’acquisire clienti sul mercato libero, “in capo ai gruppi che operano anche nel servizio di maggior tutela, non è scalfito”.
Quanto si può risparmiare
Guardando alle offerte presenti al 30 giugno 2023 sul Portale offerte gestito da Acquirente Unico, ne risultano 1.055 per i clienti domestici nel settore elettrico, di cui il 34,6% a prezzo fisso (+10,7 punti percentuali in confronto a dicembre 2022).
Secondo l’Autorità, “col graduale ridursi della volatilità dei prezzi all’ingrosso, è plausibile attendersi una maggiore disponibilità di offerte a prezzo fisso”.
Per il primo semestre 2023, i dati riportano diverse offerte che consentono di risparmiare rispetto alla tutela, “ma rimane una quota rilevante di offerte disponibili che risulta meno conveniente, con un livello di spesa annua media prevista costantemente superiore alla spesa dei servizi di tutela per tutti i clienti tipo analizzati, sia per le offerte a prezzo fisso che per quelle a prezzo variabile”.
Il 10% delle offerte più convenienti a prezzo variabile porta a una spesa media annua prevista per il cliente-tipo domestico residente a Milano, con 2.700 kWh di consumo annuo e 3 kW di potenza, pari a 977,77 euro, a fronte dei 1.063,09 euro che si spenderebbero in tutela.
Per il medesimo cliente tipo domestico residente erano disponibili in media 219 offerte più convenienti della maggior tutela, pari al 18% di tutte quelle a disposizione. Di queste, 208 erano a prezzo variabile e 11 a prezzo fisso.
Si nota anche un forte divario tra il 10% delle offerte meno vantaggiose e il 10% di quelle più convenienti, con un ampio potenziale di risparmio per chi sceglie con oculatezza.
Le analisi però confermano, evidenzia Arera, “che un significativo numero di clienti sceglie offerte economicamente meno vantaggiose rispetto alla maggior tutela, pur in presenza di offerte disponibili economicamente favorevoli”.
In sostanza emerge che, in molti casi, chi cambia fornitore sul mercato libero o passa dalla tutela al mercato libero, spesso non sceglie un’offerta più economica né con particolari servizi aggiuntivi.
Peraltro, “nel primo semestre del 2023 le scelte di offerte più vantaggiose sono diminuite progressivamente (nonostante la disponibilità sul mercato di offerte più convenienti)”.
I dati continuano anche a evidenziare “un limitato utilizzo del Portale Offerte”, e ciò fa presumere “che la sottoscrizione delle offerte da parte del singolo cliente continui in modo prevalente ad essere effettuata dopo essere stato contattato da un call center o da un agente di vendita e che il cliente, non verificando sul Portale Offerte le informazioni acquisite tramite altri canali, non sfrutti la potenzialità degli strumenti a sua disposizione per effettuare una scelta consapevole” (vedi Contratti energia al telefono: come difendersi dalle chiamate dei call center e valutare le offerte).
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