Il fotovoltaico post incentivi, Italia e Germania a confronto

Stiamo assistendo a una rivoluzione nel settore dell’energia solare. A diventare problematico ora è il futuro, soprattutto per il nostro Paese. Come superare con intelligenza questa fase cruciale, evitando di commettere errori che possano mettere in ginocchio l’industria italiana? Gianni Silvestrini a Ecoradio.

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Ascolta audio (mp3 – durata 2’18’’)

L’Italia ha superato 15mila MW fotovoltaici e la Germania ha toccato quasi il doppio di installato: questo si traduce in quasi mezzo milione di impianti per il nostro Paese e in 1 milione e 200mila per la Germania. Si tratta di una rivoluzione che prefigura il passaggio da un modello centralizzato nella produzione di energia a uno decentrato.

Come si traduce tutto ciò in termini di produzione elettrica? La potenza fotovoltaica installata genera una quantità di energia equivalente a quella di tre grandi centrali elettriche, mentre se guardiamo alle ore di funzionamento delle attuali centrali a gas a ciclo combinato equivale a circa 6 centrali.

Ma l’aspetto problematico riguarda il futuro: la Germania ha ancora altri 20-22mila MW da installare con il sostegno di incentivi al ribasso; al contrario il nostro Paese, arrivata la fine degli incentivi del quinto Conto energia, prevista tra la primavera e l’estate del prossimo anno, teoricamente non avrà più tariffe incentivanti.

Per le aziende italiane che hanno investito in questo settore è molto penalizzante, soprattutto se si pensa che ci vorranno due o tre anni affinché la tecnologia del solare possa camminare con le proprie gambe. Come si può superare questa fase evitando che l’industria italiana sia messa in ginocchio? Intanto, evitare di fare l’errore di gettare via una tecnologia che sicuramente è la più promettente sul medio-lungo periodo per generare energia elettrica per l’Italia. La Germania ha trovato la sua strada per i prossimi anni. E l’Italia?

Il compito di tutti è di saper costruire il “post-incentivi” da subito, attivando una serie di disposizioni regolatorie in grado di accompagnare il settore, insieme alla riduzione dei costi, anche oltre il Conto energia.

L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

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