Come far diventare più verde il budget UE e creare più lavoro

Crisi e perdita di occupazione in tutta Europa dovrebbe far rivedere la destinazione dei budget della Commissione. Sei organizzazioni ambientaliste spiegano perché sarebbe allora meglio destinare parte dei fondi della Politica Agricola Comune e della Politica di Coesione ad alcuni settori della green economy, come le rinnovabili.

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L’occupazione in Europa potrebbe aumentare del 320 per cento. Come? Bisognerebbe investire in trasporti sostenibili (specialmente ferrovie), edilizia a basso consumo, nella conservazione e gestione dei terreni e nelle fonti rinnovabili. E’ la conclusione di un rapporto presentato ieri da sei organizzazioni ambientaliste, WWF, BirdLife Europe, CEE Bankwatch Network, European Environmental Bureau,  Friends of the Earth Europe and Transport and the Environment. Il breve documento (Investing for the Future: more jobs out of a greener EU budget, vedi allegato) confronta quanta occupazione potrebbe essere creata se una parte del budget europeo venisse spostato dalla Politica Agricola Comune (PAC) e dalla Politica di Coesione, verso questi settori della green economy.



L’analisi delle associazioni spiega che un investimento annuale di 14,74 miliardi di euro nei settori elencati, pari a solo il 14% del budget UE totale per il periodo 2014-2020, sarebbe in grado di sostenere più di mezzo milione di posti di lavoro. Al confronto, 140 miliardi di euro, cioè l’investimento annuale nella PAC e nella Politica di Coesione (il 78% del bilancio totale del periodo 2007-2013), si stima potranno creare o sostenere solo poco più di un milione di addetti.


Dalla tabella si evince che spostare gli investimenti dall’attuale modello di budget ai settori della green economy aumenterebbe l’occupazione per ciascun euro investito di un fattore 3 (320%). Se il confronto si fa con i fondi della PAC questo fattore diventa quasi 5.



In particolare, si legge nel documento, per un investimento di un miliardo di euro di budget dell’Unione Europea è possibile creare oltre 52mila occupati nelle rinnovabili e quasi 26mila nell’efficienza energetica delle costruzioni. Mentre con una decurtazione di un miliardo di euro alla PAC si produrrebbe una perdita di 3-6mila posti di lavoro, e nell’ambito della Politica di Coesione di circa 16.800.


Si tratta di fatto di un vero e proprio appello alla Commissione Europea per portarla a comunicare effettivamente quanti posti di lavoro potrebbero essere creati al 2020 con il budget disponibile. Dietro questa analisi c’è una critica, neanche troppo velata, alle istituzioni europee, sulla carenza di tali informazioni, cioè quelle riguardanti gli impatti occupazionali dei budget investiti. Risultati genericamente promessi dalla stessa Commissione, ma da essenziali per gli Stati membri e per i cittadini europei che questo denaro lo versano con le loro tasse.


Ad oggi infatti l’Unione Europea non ha mai pubblicato dati degli effetti sull’occupazione delle sue politiche, nonostante gli investimenti per il periodo 2007-2014 siano stimati in circa 1.000 miliardi di euro.


Questo rapporto dovrebbe fornire ai decisori politici un ventaglio di opzioni orientate appunto ad una maggiore e più efficiente creazione di lavoro e a più lungo termine.

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