2008, anno delle Regioni?

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La Finanziaria prevede che nel 2008 per ciascuna Regione sia definito un target per le rinnovabili al 2020 e un conseguente piano energetico ambientale. Un editoriale di Gianni Silvestrini.

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E’ un momento felice per le rinnovabili. Un ruolo decisivo l’ha svolto l’obbiettivo del 20% al 2020, caduto come un masso nel lago della programmazione energetica della maggior parte dei paesi europei. Prendiamo l’Italia, grande ritardatario nella generazione di energia verde, con un valore che negli ultimi 10 anni non si è schiodato dai 45-55 TWh/a (46,5 TWh nel 1996, 52,3 TWh nel 2006), con oscillazioni determinate dalla idraulicità dei diversi anni.
Fino a qualche mese fa la discussione ruotava sul continuo slittamento dell’obbiettivo, già edulcorato dal Governo, di 76 TWh rinnovabili che avremmo dovuto raggiungere nel 2010. Poi è arrivata la decisione “vincolante” dei 27 capi di governo dello scorso 8 marzo sugli obbiettivi al 2020. Rapidamente è stato elaborato un “position paper” che indica in oltre 100 TWh/a il potenziale raggiungibile nel prossimo decennio. Nello stesso documento della Presidenza del Consiglio si ipotizza addirittura una quintuplicazione della produzione termica rinnovabile.

Certo, parliamo di potenziale teorico. Vedremo ora quale sarà nelle prossime settimane l’obbiettivo verde attribuito all’Italia nell’ambito del “burden sharing” europeo. Ma, aldilà della cifra finale, si tratterà comunque di un impegno ambiziosissimo che imporrà un salto di qualità al sistema paese.
Come fare, infatti, a raddoppiare la produzione elettrica rinnovabile a fronte di una situazione sostanzialmente bloccata malgrado uno dei livelli di incentivazione più elevato d’Europa? Gli aspetti che si dovranno affrontare riguardano essenzialmente la revisione degli iter autorizzativi e la responsabilizzazione di Regioni ed Enti locali. Inoltre, si dovrà lavorare alla creazione di un forte sistema di imprese collegato ad un rilancio della ricerca energetica.
Sul primo punto sarà decisivo l’emendamento contenuto nella Legge Finanziaria che prevede che entro 90 giorni vengano definiti i target regionali e che nei successivi 90 giorni le Regioni adeguino i propri piani energetici ambientali.

Se questo punto verrà definitivamente approvato, il 2008 si appresta ad essere l’anno delle Regioni. E non solo per la necessaria rivisitazione delle strategie di diffusione delle rinnovabili. In realtà la riflessione andrà ampliata e dovrà abbracciare anche le politiche di riduzione delle emissioni dei gas climalteranti. Dal primo gennaio ogni tonnellata di anidride carbonica emessa/non emessa avrà un valore sul mercato di una ventina di euro. E considerato il fortissimo ritardo in cui versa il nostro paese (un centinaio di milioni di tonnellate equivalenti di CO2/anno), è imprescindibile una responsabilizzazione delle istituzioni decentrate nel recupero del grave gap accumulato.
Una politica coraggiosa comporta anche ricadute positive in termini occupazionali, come testimoniano le regioni tedesche e quelle spagnole che hanno svolto un ruolo importantissimo nella diffusione delle rinnovabili.

 

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