Deposito scorie radioattive: consegnate le mappe delle aree idonee, ma ancora top secret

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L'ISPRA ha consegnato al Ministero dell'Ambiente e al Ministero dello Sviluppo Economico l'aggiornamento della relazione sulla proposta della SO.G.I.N. di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) per il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. La relazione rimarrà riservata fino al nulla osta da parte dei Ministeri.

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L’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha consegnato ieri, 20 luglio, al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e al Ministero dello Sviluppo Economico l’aggiornamento della relazione prevista dal D.Lgs n. 31/2010 sulla proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi) alla localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi predisposta dalla SO.G.I.N. spa.

Lo rende noto sul suo sito lo stesso Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, specificando che “la relazione rimarrà riservata fino a quando non ci sarà il nulla osta della pubblicazione da parte dei Ministeri”.

Tale aggiornamento – si legge nella nota – era stato richiesto dai Ministeri affinché l’Istituto svolgesse verifiche sulla revisione operata dalla SO.G.I.N. (la società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari) nel recepire i rilievi formulati dall’Istituto stesso sulla proposta di Cnapi, presentata lo scorso gennaio.

“A seguito delle verifiche effettuate sull’aggiornamento della proposta di Cnapi e della relativa documentazione a supporto presentato dalla SO.G.I.N., l’Ispra non ha formulato ulteriori rilievi”, specifica l’Istituto

Secondo Sogin il deposito nazionale dovrebbe costare 1,5 miliardi di euro e creare 1.500 posti di lavoro durante la realizzazione e 700 posti di lavoro una volta a regime. Una cifra che è stata contestata facendo riferimento al deposito francese dell’Aube, nei pressi di Troyes, dove sono operativi 230 addetti diretti e 512 totali contando l’indotto, mentre a El Cabril in Spagna quelli diretti sono 180. Si ritiene che quel numero di occupati cui fa riferimento Sogin sarebbe legato al Polo tecnologico collegato al deposito, ma su questo progetto si sa poco o nulla.

Sulla compensazione ai comuni limitrofi i “comunicatori” di Sogin hanno sempre affermato che questa non dovrà essere associata in nessun modo al concetto di rischio “perché la struttura è vicina al rischio zero”.

Ci aspettiamo che, una volta rivelata la rosa dei luoghi possibili dove realizzarlo, il conflitto con le popolazioni locali sia certamente aspro.

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