L’isolamento delle case “fa male alla salute e al portafoglio”?

L'architetto tedesco Konrad Fischer sostiene che isolare termicamente le case sia dannoso, costoso, pericoloso per la salute e non porti alcun vantaggio economico. Abbiamo chiesto che ne pensano a Ulrich Klammsteiner, responsabile tecnico di CasaClima e a Giuliano Dall’O’, docente della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.

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Molti aspetti connessi alla transizione energetica verso le rinnovabili sono caratterizzati da incandescenti polemiche, basti pensare ai temi climatici o al nucleare. Finora però su una cosa su tutti sembravano d’accordo: che l’isolamento termico delle case fosse utile. Invece, da alcuni mesi, in Svizzera, Austria e Germania, imperversano feroci dibattiti, attizzati da un architetto tedesco, Konrad Fischer, che sostiene, con toni esagitati più da blogger che da studioso, che isolare termicamente le case sia dannoso, costoso, pericoloso per la salute e non porti alcun vantaggio economico.

In Italia il verbo di Fischer, è arrivato con una sua intervista alla Tageszeitung altoatesina, tradotta e pubblicata in un blog di Repubblica, in cui attacca a testa bassa il sistema CasaClima dell’Alto Adige, l’ente pubblico che certifica il livello di efficienza energetica nell’edilizia della regione. Abbiamo perciò chiesto a Ulrich Klammsteiner, fisico e responsabile tecnico di CasaClima, e al professore di fisica tecnica ambientale della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, Giuliano Dall’O’, di dare delle risposte alle obiezioni di Fischer.

“Innanzitutto – esordisce Klammsteiner (foto a destra) – vorrei precisare che quello che Fischer sta cercando non è una discussione pacata e ragionata, ma solo visibilità sui media e contatti per il suo sito internet, per cui temo che anche solo ribattere alle sue farneticazioni, gli faccia gioco. Le sue affermazioni sono talmente generiche e assurde, che non c’è modo, e forse neanche senso, a rispondergli. “In effetti – gli fa eco  Dall’O’ – quello che Fisher dice, oltre al modo esagitato con cui lo dice, non ha alcun significato sul piano scientifico. Per esempio, la sua affermazione ‘il consumo energetico aumenta, appena ci sono isolanti sulla facciata’ vorrebbe dire che i principi della fisica tecnica e della trasmissione del calore devono essere riscritti”.

Vediamo però alcune delle obiezioni più puntuali di Fischer.

Lui sostiene che isolare termicamente le case porti a ‘non far più respirare i muri’, quindi a formazione di condensa e muffe interne.

“Come sanno tutti – ribatte Klammsteiner – si possono trovare muffe in ogni casa, termicamente isolata o meno che sia, alcuni studi ne indicano la presenza nel 20% delle abitazioni. Le muffe si formano dove l’umidità condensa su una parete fredda, per cui, nel caso di una casa termicamente isolata, questo vuol semplicemente dire che l’isolamento o il ricambio d’aria non sono stati ben progettati. In questo l’isolante esterno non c’entra nulla: le case non ‘respirano’, la permeabilità all’umidità dei muri è minima, anche senza isolante. Noi certifichiamo circa 1500 edifici annualmente, e troviamo al massimo 10 situazioni problematiche, spesso dovute a un uso diverso da quello progettato: per esempio, se in una casa abitano molte più persone del previsto, il ricambio d’aria può non essere più sufficiente”

“Confermo – aggiunge Dall’O’ (nella foto a destra) – i muri con il ristagno dell’umidità c’entrano poco. Il fatto è che un tempo gli infissi erano così scadenti come tenuta, che la circolazione non voluta dell’aria, portava via l’umidità, oltre al calore del riscaldamento. Già mettere infissi moderni, può drasticamente cambiare la situazione. In una casa termicamente ben isolata, poi, è certamente opportuno prevedere un sistema di ricambio controllato dell’aria, sia esso dei tipo con recupero di calore, o anche un semplice ‘igroregolabile’, ossia in grado di variare la portata in funzione dell’umidità relativa presente nei locali”.

Ma è vero che non si possono aprire le finestre, in queste case?

“Niente affatto – spiega il docente del Politecnico – i costruttori le progettano in modo da garantire un buon ricambio dell’aria, anche se l’inquilino decidesse di non aprire mai le finestre, ma nulla vieta di spalancarle quanto si vuole”

Fischer dice che i sistemi di ventilazione sono pericolosi, per l’accumulo di spore e batteri nei filtri.

“Una casa termicamente isolata – osserva il responsabile tecnico di CasaClima – è un sistema tecnologicamente avanzato, paragonabile a una automobile, e il proprietario sa benissimo che i vari sistemi domestici andranno usati e mantenuti con cura. Fra le operazioni di manutenzione, il ricambio dei filtri è molto importante, ed eseguendolo nei tempi previsti non c’è alcun rischio per la salute. Questi sistemi diventeranno sempre più user friendly, con minore manutenzione e minore rischio di errori nell’uso, ma già oggi, se progettati e installati a regola d’arte, sono molto vantaggiosi”.

Un’altra obiezione è che i cappotti termici durano poco e richiedano continua manutenzione.

“Assurdo – commenta Dall’O’ – durano quanto l’intonaco della facciata, quindi 20-30 anni, ed eventuali distacchi limitati, possono comunque essere riparati. Certo, perché durino, come tutto, vanno costruiti bene”

Ma è vero che l’isolante esterno, impedisce al Sole di scaldare i muri e quindi elimina questo apporto, in grado di ridurre le spese di riscaldamento?

“Questa affermazione di Fischer – obietta il tecnico altoatesino – contraddice i principi della fisica: nelle poche ore invernali il Sole può scaldare solo i primi millimetri del muro, non certo tutto il suo spessore. E questo calore viene subito perso appena arriva la notte. Seguendo la logica di Fischer dovremmo imbottire i piumini di sabbia.”

“Nel bilancio energetico delle pareti opache – conferma il professor Dall’O’ – la quantità di calore che possiamo risparmiare attraverso l’isolamento termico è enormemente superiore rispetto a quella che potremmo recuperare grazie all’apporto della radiazione solare. Lo sfruttamento invernale degli apporti solari lo abbiamo nelle superfici trasparenti dell’involucro, quindi serramenti o serre solari”

Un’altra accusa di Fischer è che in Alto Adige CasaClima costringe la gente a isolare anche i masi più antichi, rovinandone l’aspetto e l’efficienza energetica, dato che quelle case tradizionali sono già perfette per i climi montani.

“Fischer non conosce bene le norme dell’Alto Adige – ribatte Klammsteiner – come in tutta Italia, secondo le direttive europee sull’efficienza energetica, le nuove case devono avere standard energetici minimi, ma i vecchi masi sono assolutamente protetti per ragioni storiche e paesaggistiche. Al contrario, stiamo lavorando in stretto contatto con l’ufficio provinciale competente per elaborare tecniche ad hoc per evitare l’abbandono dei vecchi masi, proprio perché, essendo poco isolati, se non vengono riscaldati continuamente con elevate quantità di energia, restano gelidi e poco confortevoli”

Insomma confermate che l’isolamento termico delle case conviene, in Alto Adige come nel resto d’Italia?

“Certo, basta chiedere alle migliaia di persone che vivono in case CasaClima, e che sono soddisfatte della scelta. Alcuni di loro, fra l’altro, hanno portato la loro testimonianza contro le assurdità di Fischer, proprio commentando la sua intervista sul sito di Repubblica e su altri blog dell’Alto Adige” conclude Klammsteiner.

“Se l’intervento di efficientamento energetico di una abitazione – dice Dall’O’  – è ben progettato e adattato ai climi italiani, la convenienza è certa. Dalle campane di monitoraggio effettuate su edifici in classe energetica A realizzati a Milano, le prestazioni termiche calcolate per i mesi invernali, vengono confermate dai dati di consumo reali, con la bolletta di riscaldamento che si attesta intorno ai 300 euro per un appartamento di 90 metri quadri. Certo, poi, bisogna anche vedere come l’abitazione viene usata: se, dato che ho isolato la casa, pretendo di stare a 25 °C con il gelo fuori, è chiaro che la bolletta sarà più alta di quella prevista, visto che questa era calcolata su una più ragionevole temperatura interna di 20 °C. Ma questa è un’altra storia”.

 

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