Si potrebbe ripetere (e forse già è stato ripetuto) fino alla noia: il riscaldamento e il raffrescamento rappresentano il 50% della domanda di energia in Europa e l’80% del consumo energetico delle famiglie, per non parlare del plausibile incremento, nel breve periodo, del fabbisogno energetico per la climatizzazione, legato all’innegabile aumento della temperatura media.
La decarbonizzazione di questo sotto-settore, quindi, è essenziale per la transizione energetica in tutta Europa: una sfida importante che deve essere affrontata con la dovuta urgenza.
Una sfida e due novità
L’argomento, perciò, può essere considerato “vecchio”, ma le relative sfide sono sempre attuali e tutte ancora da affrontare e superare. Due importanti novità, inoltre, scuoteranno ben presto il settore.
La prima è la recentissima pubblicazione della direttiva europea “RED 3” (Rinnovabili, adottata formalmente la direttiva Red 3) che fissa obiettivi vincolanti obiettivi per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici: si tratta di obiettivi che aumenteranno gradualmente, con un incremento dello 0,8% annuo a livello nazionale fino al 2026 e, successivamente, dell’1,1% dal 2026 al 2030.
Pianificare è meglio che curare
La nuova Direttiva sull’Efficienza Energetica (EED), poi, pubblicata il 20 settembre sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, affronta anche le esigenze di riscaldamento e raffrescamento, incoraggiando le Autorità Locali e Regionali a definire un approccio trasversale su questo tema.
In particolare, il nuovo articolo 25 della EED, sulla valutazione e pianificazione del riscaldamento e del raffreddamento, stabilisce che ogni Stato Membro presenti alla Commissione una valutazione globale delle esigenze di riscaldamento e raffrescamento, effettuando un’analisi costi-benefici sul proprio territorio sulla base delle condizioni climatiche, della fattibilità economica e dell’idoneità tecnica.
L’analisi costi-benefici deve essere in grado di facilitare l’identificazione delle soluzioni più efficienti in termini di risorse e di costi.
Gli Stati membri, inoltre, devono adottare politiche e misure che garantiscano la realizzazione del potenziale individuato nelle valutazioni globali effettuate e devono preparare il terreno affinché le autorità regionali e locali preparino piani locali di riscaldamento e raffrescamento almeno nei Comuni con una popolazione superiore a 45mila abitanti.
Al posto giusto, al momento giusto
Il progetto europeo REDI4HEAT, partito circa un anno fa e che riunisce 12 partner da tutta Europa, si inserisce perfettamente in questo contesto.
Centri di ricerca, associazioni e società private hanno unito le forze per implementare azioni dal forte carattere politico che possano dare un seguito pratico e concreto a quanto previsto a livello normativo in Europa.
L’obiettivo ultimo di REDI4HEAT è quello di sostenere l’attuazione delle disposizioni delle direttive europee e, in particolare, degli articoli sul riscaldamento e il raffrescamento, assistendo gli Stati membri e le autorità locali in questo processo.
Un quadro da migliorare
Più nel dettaglio, il progetto sta affrontando alcune sfide specifiche:
- L’apertura di un dialogo tra l’industria del riscaldamento e del raffrescamento da fonti rinnovabili (RHC, Renewable Heating & Cooling) e le agenzie per l’energia, i DSO, le autorità locali e gli sportelli unici per costruire una migliore e comune comprensione della struttura ottimale degli schemi di incentivazione per i sistemi RHC, compresi aspetti quali le analisi costi-benefici, le esigenze di formazione, eccetera.
- La valutazione dei quadri nazionali RHC in ogni Stato membro, identificando gli studi esistenti, gli strumenti, le infrastrutture e le azioni di supporto e mappando le fonti energetiche nazionali e il potenziale per il settore.
- Gli scenari di adozione delle soluzioni RHC, compresa l’integrazione con il tema delle comunità energetiche e con la mitigazione della povertà energetica.
- Il supporto alle autorità pubbliche per le iniziative di pianificazione, monitoraggio e rendicontazione e nel miglioramento del coinvolgimento dei portatori di interesse, nonché nello sviluppo di capacità a livello locale.
- La proposta di misure politiche per esplorare il potenziale RHC in Europa fino al 2030, tenendo conto delle condizioni di mercato, del potenziale tecnologico, del quadro legislativo e normativo e fornendo anche raccomandazioni per migliorare gli schemi di sostegno.
La soluzione? Le tecnologie
In questo contesto, chiaramente la disponibilità di tecnologie adeguate e già pronte sul mercato è il fattore chiave per trasformare in realtà il potenziale.
Un’attività specifica del progetto, quindi, è proprio quella di formazione e diffusione verso i portatori di interesse di informazioni tecniche corrette e aggiornate sulle tecnologie che possono supportare gli Stati Membri nella decarbonizzazione del settore RHC. Si tratta, perciò, di geotermia, pompe di calore, solare termico e biomassa.
Particolarmente interessante è stato, da questo punto di vista, il primo workshop organizzato da REDI4HEAT, Conclusions on Fit for 55: renewable heating and cooling solutions, del quale sono disponibili sul sito del progetto sia le presentazioni sia la registrazione video integrale.