Prezzi della CO2, con la riforma dell’ETS in arrivo si va verso 85-100 euro a tonnellata

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Un documento della Commissione stima valori di 85 euro/t al 2030, ma per alcuni analisti potremmo superare i 100 già entro fine 2021.

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I prezzi della CO2 sul mercato europeo ETS (Emissions Trading Scheme) potrebbero salire fino a 85 euro a tonnellata entro il 2030, secondo le stime della Commissione Ue.

Stime che sono inserite in una bozza di documento che analizza gli impatti della prevista riforma del mercato ETS, riferisce Bloomberg.

In questi giorni le quotazioni della CO2 si aggirano sui 55-56 euro a tonnellata.

E secondo altre stime, ad esempio quelle di BloombergNEF, il costo di una tonnellata di anidride carbonica sul sistema ETS europeo potrebbe superare 100 euro nel 2030. I gestori di alcuni fondi speculativi, riporta ancora Bloomberg, ritengono che i prezzi della CO2 potranno toccare 100 euro in qualche occasione già entro fine 2021.

Queste impennate di prezzo sono strettamente legate ai piani di Bruxelles di rafforzare il mercato ETS.

La proposta per un meccanismo ETS potenziato sarà presentata a metà luglio, parte di un più ampio pacchetto di misure volte a raggiungere gli obiettivi climatici del 2030 (ridurre le emissioni del 55% in confronto al 1990), in linea con il Green Deal e con la legge per il clima appena approvata in seduta plenaria dal Parlamento Ue.

Quindi Bruxelles sta valutando diverse riforme, tra cui un taglio una tantum dei permessi di emissione e una più marcata riduzione del numero di permessi che ogni anno entrano nel mercato. Si parla anche di utilizzare maggiormente la riserva per la stabilità del mercato (MSR: Market Stability Reserve), che assorbe una certa quantità di permessi quando questi ultimi sono in eccesso, allo scopo di evitare che il surplus porti a un abbassamento dei prezzi.

I permessi di emissione, ricordiamo, devono essere acquistati da industrie, compagnie aeree (per i voli Ue) e centrali energetiche, con qualche eccezione (le assegnazioni gratuite di quote di CO2 per tutelare la competitività di certi settori industriali).

La Commissione Ue sta poi valutando di estendere il mercato ETS al settore marittimo e anche a edifici e trasporti, e di adottare una sorta di tassa alla frontiera sulla CO2 da applicare alle importazioni di determinati prodotti (si veda qui per un approfondimento).

Per edifici e trasporti dovrebbe essere creato un ETS separato da quello principale, anche se il punto rimane molto controverso.

Il rischio, infatti, sottolineato tra gli altri da Pascal Canfin (eurodeputato francese, presidente della commissione Ambiente), è che applicare il principio “chi inquina paga” ai trasporti stradali e ai sistemi di riscaldamento delle abitazioni potrebbe innescare proteste sociali come quelle dei gilet gialli in Francia nel 2018, perché aumenteranno i costi dei carburanti.

Per ovviare al problema di scaricare il costo della transizione verde sulle fasce più deboli della popolazione, Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Ue e commissario per il Clima, ha proposto di istituire con i proventi del mercato ETS un fondo sociale, con cui alleviare gli impatti di queste misure per le famiglie a basso reddito.

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