Transizione urbana: rinnovabili, digitale e reti intelligenti per la città che cambia

Per costruire una smart city c'è bisogno di infrastrutture resilienti, sostenibilità ambientale, ma anche inclusione sociale. Ne parliamo con Francesco Pavan, analista IEA in una video intervista.

ADV
image_pdfimage_print

Con una popolazione urbana destinata a superare il 70% del totale entro il 2050, e un crescente ricorso all’elettrificazione dei consumi (riscaldamento-raffrescamento e trasporti), le città saranno centrali nel processi di transizione energetica.

Reti elettriche moderne e resilienti saranno essenziali per una pianificazione che tenga conto delle diverse tempistiche di sviluppo tra impianti rinnovabili e infrastrutture di distribuzione.

Ne parla in questa intervista Francesco Pavan, analista della Iea (Agenzia Internazionale dell’Energia), intervistato da QualEnergia.it in occasione di un evento organizzato da MUSA – Multilayered urban Sustainability Action,  Assolombarda e A2A dedicato a questa tematica.

“È fondamentale pensare in ottica sistemica, mettendo le persone al centro delle politiche urbane”, ci ha detto Pavan.

Un esempio virtuoso arriva da Bologna, con il suo Digital Twin, un modello digitale della città che consente simulazioni e pianificazione anticipata dei cambiamenti, ad esempio nel settore della mobilità.

Anche grandi metropoli, come Parigi, mostrano come le politiche urbane possano tradursi in benefici tangibili: più trasporto pubblico, piste ciclabili capillari e una qualità dell’aria in netto miglioramento. L’Italia, spiega Pavan, può avere un ruolo da protagonista se saprà investire in reti, efficienza e rinnovabili, integrando l’innovazione anche nei territori e nei contesti già esistenti. Perché le smart cities non sono solo una questione tecnologica, ma soprattutto culturale e sociale.

ADV
×
0
    0
    Carrello
    Il tuo carrello è vuotoRitorna agli abbonamenti
    Privacy Policy Cookie Policy