Tetto al prezzo del gas russo, minacce di Mosca, alleanza franco-tedesca: come si uscirà dalla crisi energetica?

  • 6 Settembre 2022

CATEGORIE:

Gli ultimi sviluppi del quadro geopolitico sul fronte del gas e del petrolio, con le possibili soluzioni messe in campo da Bruxelles. Il punto in attesa del Consiglio Ue Energia di venerdì 9 settembre.

ADV
image_pdfimage_print

La Commissione europea lavora a un tetto al prezzo del gas russo, Mosca non riavvia il gasdotto Nord Stream e minaccia la Ue di bloccare le esportazioni di combustibile, Francia e Germania si alleano per una solidarietà energetica e i prezzi del petrolio tornano a salire, dopo la decisione dei Paesi produttori (Opec+) di tagliare la produzione di 100.000 barili giornalieri da ottobre.

Intanto la Russia in sei mesi di conflitto ucraino ha ricavato 158 miliardi di euro dalle esportazioni di combustibili fossili, di cui oltre metà (circa 85 miliardi, 54% del totale) grazie agli acquisti di gas, carbone e petrolio dalla Ue, mostrano i dati aggiornati al 24 agosto dal Crea, Centre for Research on Energy and Clean Air, think tank indipendente basato a Helsinki.

Ecco gli ultimi sviluppi della crisi energetica che sta colpendo i Paesi Ue, mentre si avvicina il Consiglio Energia straordinario di venerdì 9 settembre.

Tra i temi più discussi ci sarà sicuramente la proposta di Bruxelles di imporre un price cap al gas importato dalla Russia, come emerge da un documento informale (non-paper) preparato dalla stessa Commissione e diffuso dall’agenzia Euractiv (link in basso).

Si parlerà anche delle misure di emergenza contro il caro bollette presentate ieri (lunedì 5 settembre) dalla Commissione, tra cui un tetto ai prezzi elettrici degli impianti infra-marginali e un piano di riduzione dei consumi.

Ricordiamo che il governo Draghi, ora dimissionario, aveva chiesto più volte a Bruxelles di porre un freno ai prezzi del gas con una misura coordinata a livello Ue.

Molti Paesi si erano detti contrari a questa ipotesi, ma ora il fronte favorevole al price cap si è allargato e include anche la Germania.

In sostanza, nel documento della Commissione ci sono due opzioni che potrebbero essere attuate insieme o separatamente: la prima è fissare un tetto unico europeo al prezzo del gas proveniente dalla Russia, ad esempio negoziando con Mosca gli acquisti di determinati volumi di gas a un certo livello di prezzo.

Tale livello di prezzo dovrebbe consentire alla Russia di vendere il suo gas con un margine di profitto ragionevole e recuperando i costi di produzione, ma ci sono diversi rischi, tra cui soprattutto la possibilità che Mosca decida di interrompere del tutto le forniture verso la Ue come ritorsione.

La seconda opzione è limitare i prezzi del gas sui mercati wholesale, negli Stati membri più esposti alle impennate delle quotazioni causate da eventuali blocchi delle forniture russe; si parla soprattutto dei Paesi orientali ma anche di Germania e Italia.

Questi Paesi diventerebbero delle “zone rosse” dove si potrebbe applicare un price cap dinamico, legato ai prezzi del Ttf, la borsa energetica olandese che determina buona parte delle quotazioni europee del gas.

Infine, allo studio di Bruxelles ci sono delle misure per superare la centralità del Ttf nel fissare i prezzi del combustibile, ad esempio si sta valutando di creare un benchmark alternativo per le importazioni del gas naturale liquefatto (Gnl).

Intanto la Russia nei giorni scorsi ha continuato a minacciare la Ue. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, Dmitry Medvedev, su Telegram aveva dichiarato che Mosca non fornirà più gas alla Ue se Bruxelles imporrà un price cap.

E Gazprom aveva annunciato il prolungamento del blocco totale del gasdotto Nord Stream, adducendo come giustificazione la necessità di terminare le riparazioni sulla unità di compressione nella stazione di Portovaya, dopo che sono state rilevate delle perdite di olio.

Ciò ha allarmato Berlino, tanto che la Germania ha approvato un nuovo super piano di emergenza energetica da 65 miliardi di euro, con aiuti a famiglie e imprese e il congelamento per un anno del prezzo della CO2 sul mercato Ets nazionale per trasporti e riscaldamento (il prezzo quindi rimarrà a 30 €/ton nel 2023 anziché aumentare di 5 €/ton).

La Germania poi ha stretto un accordo di solidarietà energetica con la Francia: in caso di bisogno in situazioni di emergenza, ad esempio per sopperire a picchi di domanda e carenze di approvvigionamenti, la Francia fornirà gas alla Germania e, viceversa, Berlino fornirà energia elettrica a Parigi.

Lo scenario rimane critico anche sul fronte petrolifero. Ricordiamo che i ministri delle Finanze del G7 hanno annunciato la loro intenzione di fissare un price cap sul petrolio russo, mentre Mosca ha minacciato di spostare il suo export di greggio verso altri Paesi.

La decisione del cartello dei produttori Opec+ di togliere dal mercato 100.000 barili giornalieri da ottobre ha acuito le tensioni sul mercato; non resta che vedere come deciderà di muoversi la Ue in queste circostanze così difficili e complesse da gestire su più fronti, dal gas al petrolio passando per le bollette elettriche alle stelle.

ADV
×