I Paesi Ue importano sempre più moduli fotovoltaici, pale eoliche e biodiesel, per un totale di 11,2 miliardi di euro nel 2020 per questi prodotti energetici “green”.
Le esportazioni Ue di questi stessi beni ammontano invece a 5,8 miliardi, sempre con riferimento al 2020, determinando così un saldo commerciale complessivamente negativo. La sola eccezione è il settore eolico, dove le vendite di tecnologie made in Ue a Paesi esteri superano di gran lunga le importazioni.
I dati arrivano da Eurostat e mostrano una crescente dipendenza europea dai prodotti realizzati in Paesi extra-Ue, soprattutto made in China, come si vede dal grafico.
Nel complesso lo scorso anno in Unione europea si sono importati pannelli fotovoltaici per 8 miliardi di euro, con un incremento del 250% in confronto al valore registrato nel 2015, mentre le importazioni di biodiesel e turbine eoliche hanno toccato, rispettivamente, 2,9 miliardi e 300 milioni di euro, +60% e +330% rispetto al 2015.
Allo stesso tempo, i Paesi Ue nel 2020 hanno esportato moduli FV e biodiesel per 1,8 miliardi e 1,6 miliardi rispettivamente.
Le esportazioni europee di turbine eoliche sono state in controtendenza, perché il loro valore, pari a 2,3 miliardi nel 2020, è stato ampiamente superiore al valore delle importazioni, determinando un saldo commerciale nettamente positivo per questo comparto tecnologico.
Nel raffronto con il 2015, le esportazioni 2020 di pale eoliche sono rimaste sostanzialmente in linea con il livello di cinque anni prima, mentre l’export di pannelli fotovoltaici è calato del 40% e quelle di biodiesel sono salite del 150%.
Tornando alle importazioni, il principale partner commerciale dei Paesi Ue è sempre la Cina, con il 75% del valore dei pannelli FV acquistati nel 2020, davanti a Malesia (6% del totale), Giappone (4%), Corea del Sud (3%) e Taiwan (2%).