Superbonus, la proposta Cgil: 100% per i redditi bassi e sussidio diretto dello Stato

Le idee di Fillea Cgil per un testo unico dei bonus fiscali in edilizia. Previste altre due aliquote al 75% e 85% in base ai redditi, con possibilità di usare anche i contratti di cessione dei risparmi energetici conseguiti.

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Bonus per interventi di efficienza energetica solo per le prime case in classe G, F, E, tra il 75% e il 100% in base al reddito, con l’aliquota massima riservata ai redditi sotto 20mila euro Isee, con obbligo di raggiungere almeno la classe D.

Questo il nuovo Superbonus proposto da Fillea Cgil nell’ambito di un “testo unico” degli incentivi per la casa.

Le misure sono state presentate nei giorni scorsi, durante un convegno sul tema organizzato da Cgil Nazionale.

Come ha spiegato il segretario generale di Fillea Cgil, Alessandro Genovesi, la proposta di riforma degli incentivi vuole essere “più efficace in termini energetici e più giusta socialmente”, puntando principalmente sullo “strumento del trasferimento diretto da parte dello Stato, al posto dello sconto in fattura e della cessione del credito, per una maggiore trasparenza, efficacia e tracciabilità delle risorse pubbliche e anche per evitare tentazioni speculative”.

Ricordiamo che in queste settimane sono uscite diverse proposte per cambiare il Superbonus, in particolare due proposte di legge (Lega e Forza Italia) e le raccomandazioni di Ance.

Secondo Fillea Cgil, il nuovo schema di bonus edilizi potrebbe generare “oltre 1,2 punti di Pil aggiuntivi l’anno (12% in 10 anni), con la creazione di oltre 300mila posti di lavoro diretti, 430mila con l’indotto, ogni anno”. Le somme da mettere a bilancio dello Stato “sarebbero circa 20-25 miliardi l’anno”.

Più in dettaglio, il nuovo Superbonus avrebbe le seguenti aliquote:

  • 75% (+10% con miglioramento di classe sismica) per i redditi da 30mila a 100mila euro sulla base dell’Isee (chi è sopra questa soglia potrebbe usare il bonus ristrutturazioni), con possibilità di integrare la parte restante, tramite la cessione dei risparmi energetici conseguiti con i lavori;
  • 85% (+10% con miglioramento della classe sismica) per i redditi tra 20-30mila euro, con possibilità, anche in questo caso, di integrare la parte restante tramite la cessione dei risparmi energetici;
  • 100% per i redditi bassi, sotto 20mila euro ma con l’obbligo di stipulare con il distributore di energia un Contratto di cessione dei risparmi energetici, per un importo pari alla metà dei risparmi conseguiti, al fine “di mantenere compartecipazione e attenzione ai prezzi/concorrenza”.

Come detto, il bonus varrebbe solo per le prime case nelle classi energetiche più basse (G, F, E) con obiettivo obbligatorio di raggiungere almeno la classe D.

Si parla poi di istituire un Fondo Crediti Efficienza Energetica presso la Cassa depositi e prestiti (Cdp), per far acquistare a Cdp i crediti incagliati già maturati.

Per i nuovi interventi si propone invece di utilizzare la detrazione in 10 anni oppure un sussidio diretto da parte dello Stato.

Previsto anche un bonus per le ristrutturazioni con aliquote tra il 40% e il 70% (75% per l’abbattimento delle barriere architettoniche).

L’aliquota del 40% sarebbe per tutti gli interventi, quindi non limitati all’abitazione principale, mentre il 70% si potrebbe raggiungere solo per lavori sulle prime case con passaggio di classe sismica (+15% per ogni salto di classe).

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