La strategia delle case europee che frena l’auto elettrica

I costruttori europei danno priorità ai modelli più costosi: il prezzo medio di un’auto elettrica in Europa è aumentato del 39% dal 2015, mentre in Cina è diminuito del 53%.

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I costruttori auto europei puntano troppo sui Suv mentre langue l’offerta di modelli più piccoli ed economici: questa strategia industriale rallenta la diffusione di massa dei veicoli elettrici (in Italia ad esempio sono fermi al 4% del mercato complessivo) e lascia sempre più spazio alla concorrenza cinese di vetture a basso costo.

Lo scrive Transport & Environment (TE) in una nuova analisi, evidenziando che in Europa solamente il 17% delle auto elettriche vendute nel 2023 è nel segmento B delle utilitarie compatte – come la Renault Clio e la Ford Fiesta – mentre ben il 28% delle vendite di BEV (Battery Electric Vehicle) è nel segmento D dei modelli di grandi dimensioni, tipicamente i Suv.

È una tendenza opposta a quella del mercato dei veicoli con motori a combustione interna, dove il 37% delle auto immatricolate è nel segmento B, precisa l’organizzazione indipendente specializzata negli studi sulla mobilità sostenibile.

Tra 2018 e 2023, le case automobilistiche hanno lanciato sul mercato europeo solo 40 modelli 100% elettrici nei segmenti compatti (A e B), contro 66 modelli più grandi e lussuosi nei segmenti D-E.

Il risultato, emerge dalle rilevazioni di TE, è che il prezzo medio di un’auto elettrica in Europa è aumentato del 39% (+18.000 euro) dal 2015 mentre in Cina è diminuito del 53%, proprio a causa dell’attenzione “sproporzionata” dei produttori europei sui modelli premium, più grandi e costosi.

Secondo Anna Krajinska, responsabile delle emissioni dei veicoli presso TE, “le case automobilistiche europee stanno frenando l’adozione di massa dei veicoli elettrici sul mercato, non offrendo modelli accessibili ai consumatori più velocemente e in grandi quantità”.

Ricordiamo che intanto nel 2023 le vendite di auto elettriche nella Ue hanno superato quelle del diesel, con una quota di mercato del 14,6%, un punto percentuale in più rispetto al gasolio. Ma si potrebbe fare di più con una maggiore offerta di modelli più economici, ricordando che in Cina le elettriche nel 2023 hanno fatto quasi il 25% delle vendite totali.

In Cina, sottolinea l’analisi, ci sono 75 modelli BEV disponibili per meno di 20.000 euro, ma solo uno in Europa. E il prezzo medio in Europa resta elevato anche nei segmenti delle compatte: 34.000 euro (A), 37.200 euro (B) e 48.200 euro (C), mentre ci sono diverse vetture con motori endotermici a meno di 20mila euro.

Peraltro, si prevede che nel 2024 saranno prodotte per il mercato europeo meno di 50.000 auto elettriche nella fascia più economica (sotto 25mila euro), “il che difficilmente riuscirà a soddisfare la domanda” scrive TE, lasciando il mercato ampiamente aperto alla concorrenza cinese.

Servono quindi politiche a livello Ue e dei singoli Paesi per favorire la produzione di auto elettriche a prezzi più accessibili, tra queste:

  • mantenere l’obiettivo di vendere il 100% di auto a emissioni zero entro il 2035;
  • proporre un regolamento Ue per elettrificare tutte le nuove vendite di auto delle flotte aziendali entro il 2030;
  • garantire veicoli elettrici piccoli e convenienti sostenendo il leasing sociale (come ha provato a fare la Francia) tramite il Fondo sociale per il clima e introducendo un nuovo standard ambientale per i veicoli elettrici;
  • integrare il “Made in Eu” e i requisiti ambientali nei sussidi per i veicoli elettrici e in altri programmi di appalti pubblici.

Documento allegato:

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