Consumi energetici in lieve calo, ma con una continua predominanza dei prodotti petroliferi e un contributo ancora marginale delle fonti rinnovabili, dove peraltro resta più di un dubbio sulla reale “sostenibilità” ecologica di alcuni carburanti di origine vegetale.
Questa, in sintesi, la situazione dell’energia nei trasporti in Italia nell’ultima rilevazione statistica del GSE (Energia nel settore trasporti 2017, documento completo allegato in basso).
Ecco i dati più significativi in alcuni grafici.
Partiamo dal dato generale: in Italia nel 2016 la domanda di energia nei trasporti è stata pari a 39,1 Mtep (milioni di tonnellate di petrolio equivalente), in leggera diminuzione rispetto ai dodici mesi precedenti (-1,1%) e con una flessione ben più marcata in confronto al 2005 (-13%), grazie soprattutto al minore utilizzo di gasolio e benzina.
Così i trasporti, spiega il GSE, hanno inciso per il 33,7% sui consumi energetici finali del nostro paese, che ammontavano a 115,9 Mtep nel 2016.
La tabella seguente riassume il quadro italiano per i diversi tipi di trasporto: ferroviario, stradale e così via.
Osserviamo, in particolare, il contributo dominante dei prodotti petroliferi (oltre il 92% del dato complessivo) con un ruolo di primo piano attribuito al diesel, che vale il 56% circa dei consumi energetici totali. Le fonti rinnovabili, al contrario, hanno un peso effettivo ancora piuttosto scarso, intorno al 3,5% sommando i biocarburanti e l’elettricità generata con tecnologie “verdi”.
L’uso di biocombustibili ha visto un’impennata negli ultimi anni: +489% rispetto ai livelli del 2005, superando di poco il milione di tonnellate equivalenti di petrolio nel 2016, come chiarisce il secondo grafico sull’andamento tendenziale dei consumi finali dei prodotti energetici nei trasporti (indice 2005 = 100).
Tuttavia, è bene precisare che i criteri di calcolo delle direttive Ue hanno modificato in modo sensibile il peso percentuale delle rinnovabili. Il prossimo grafico evidenzia il dato di monitoraggio ufficiale sulla quota delle rinnovabili nei trasporti: 7,2% nel 2016 con l’obiettivo del 10% fissato per il 2020.
Il quarto grafico che proponiamo, invece, mostra come cambiano le percentuali delle rinnovabili secondo differenti quadri normativi: ad esempio, considerando i criteri indicati nell’ultima versione della nuova direttiva RED II (Renewable Energy Directive, vedi anche QualEnergia.it) e quindi escludendo le attuali quantità di olio di palma, la quota delle rinnovabili nel 2016 si ferma al 5,7% dei consumi finali.
Con la prossima tabella, infine, vediamo la quantità di biocarburanti definiti “sostenibili” immessi in consumo in Italia nel 2017, secondo i diversi tipi di materia prima.
Si nota, in particolare, il notevole contributo dei biocarburanti non avanzati, derivati dalla lavorazione di oli vegetali e da oli/grassi animali (double counting è il doppio conteggio che riflette la maggiore sostenibilità assegnata ai biocombustibili di seconda generazione: in altre parole, valgono doppio nei certificati di immissione al consumo).
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