Solare batte nucleare 10 a 1

In meno di 30 anni le storie del nucleare e del fotovoltaico si sono ribaltate.

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Come cambiano i tempi. Nel 1954 Lewis Strauss, presidente della Commissione dell’Energia Atomica degli Usa teorizzava che l’elettricità nucleare sarebbe diventata così poco costosa da rendere inutile il contatore.

E solo una trentina di anni fa il costo dell’elettricità solare era elevatissimo, circa 800 € per MWh. Ma il nuovo nucleare oggi è diventato sempre più caro, mentre i prezzi del solare sono crollati.

Ad agosto, ad esempio, i vincitori di una gara per impianti fotovoltaici in Portogallo hanno proposto un valore incredibilmente basso 11,1 €/MWh, un quarto del prezzo medio della generazione termoelettrica in Italia.

E non si può non fare il paragone con l’accordo raggiunto tra la società elettrica francese EDF e il Regno Unito per la costruzione del reattore nucleare di Hinkley Point che prevede un costo di 113 €/MWh per 35 anni. Quindi 10 volte di più del FV.

Peraltro la stessa EDF si è aggiudicata una gara per una centrale fotovoltaica da 1.500 MW promossa dagli Emirati Arabi Uniti, con una quotazione solo lievemente superiore rispetto a quella portoghese.

Se guardiamo alla nuova potenza installata nel 2019, sole e vento hanno battuto il nucleare per venti a uno. E analizzando, come è giusto, l’elettricità complessivamente generata basteranno due-tre anni perché eolico e fotovoltaico superino il contributo del nucleare.

Certo, le centrali atomiche consentono di generare elettricità con una quantità limitata di emissioni climalteranti (considerato l’intero ciclo del combustibile), ma hanno due difetti, peraltro collegati, che ne sconsigliano l’espansione.

I costi, come abbiamo visto, e i tempi di realizzazione. La centrale finlandese di Olkiluoto, che doveva entrare in funzione nel 2009, diventerà operativa solo nel 2022 e ritardi analoghi si sono registrati con la centrale francese di Flammanville.

Entrambe hanno visto lievitare incredibilmente i costi. Per l’impianto francese erano stati preventivati 3,4 miliardi di euro, ma le ultime stime parlano di 12,4 miliardi.

Dunque è molto più sensato, nel poco tempo a disposizione per tagliare le emissioni mondiali, puntare con decisione su fonti rinnovabili e accumuli.

Articolo tratto dal rapporto GreenItaly 2020 realizzato da Symbola e Unioncamere.

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