Petrolio, il picco della domanda per i trasporti previsto nel 2026

Andiamo "dentro" il rapporto della Iea sulle previsioni della domanda petrolifera globale, nel contesto della transizione energetica. Alcuni grafici ci aiutano a capire come dovrebbe evolversi il mercato nel periodo 2023-2028.

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La domanda globale di petrolio continuerà a crescere nei prossimi anni, ma a un ritmo rallentato, raggiungendo un probabile picco nei trasporti nel 2026.

A frenare la crescita è la transizione energetica verso tecnologie più pulite, in particolare la rapida diffusione dei veicoli elettrici.

Sono queste le tendenze più rilevanti evidenziate dall’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), nel suo rapporto Oil 2023 (link in basso). Vediamo meglio queste dinamiche, con l’aiuto di alcuni grafici che abbiamo selezionato dal documento di oltre 120 pagine.

In generale, si prevede che la domanda mondiale di petrolio sarà aumentata complessivamente del 6% tra il 2022 e il 2028 arrivando a 105,7 milioni di barili giornalieri (mb/d), grazie soprattutto a una “robusta richiesta” proveniente dal settore petrolchimico e dall’aviazione.

Tuttavia, la crescita della domanda annuale dovrebbe ridursi: dai +2,4 milioni di barili/giorno previsti per il 2023 a +400mila barili/giorno nel 2028.

Nel 2028, quindi, la domanda totale sarà di 5,9 milioni barili giornalieri sopra i livelli del 2022.

L’utilizzo del petrolio come carburante per tutti i trasporti dovrebbe iniziare a diminuire dopo il 2026, si legge nel rapporto, poiché l’espansione della mobilità elettrica, la crescita dei biocarburanti e il miglioramento dell’efficienza dei motori endotermici ridurranno molto i consumi di benzina e gasolio nei trasporti stradali.

Questi ultimi, infatti, avranno una domanda in calo già dal 2025.

“Il passaggio a un’economia basata sull’energia pulita sta accelerando, con un picco della domanda petrolifera globale che è in vista prima della fine di questo decennio, con l’avanzamento dei veicoli elettrici, dell’efficienza energetica e di altre tecnologie”, ha affermato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia.

Pertanto, ha aggiunto, “i produttori di petrolio devono prestare molta attenzione al ritmo crescente del cambiamento” e calibrare di conseguenza le loro decisioni di investimento.

In particolare, veicoli elettrici ed efficienza eviteranno una domanda extra di prodotti petroliferi pari a 7,8 milioni di barili giornalieri al 2028.

Intanto i mercati petroliferi globali potrebbero “irrigidirsi in modo significativo nei prossimi mesi” a causa dei tagli alla produzione dei Paesi Opec+,anche se le tensioni dovrebbero allentarsi negli anni successivi.

La Cina è stata l’ultima grande economia a revocare le sue restrizioni Covid alla fine del 2022, portando a un rimbalzo della domanda di petrolio post-pandemia a inizio 2023. Si stima però che la crescita dei consumi petroliferi cinesi rallenterà “notevolmente” dal 2024. Nel complesso, l’aumento della domanda nelle economie emergenti compenserà ampiamente le riduzioni che si verificheranno nelle economie avanzate.

Per quanto riguarda gli investimenti upstream (esplorazione, estrazione e produzione di petrolio e gas), questi stanno per raggiungere i livelli più alti dal 2015, con una crescita dell’11% su base annua per toccare i 528 miliardi di dollari nel 2023.

Questo livello di investimenti sarebbe più che adeguato per soddisfare la domanda petrolifera prevista nell’outlook 2023-2028, diventando però eccessivo in uno scenario di transizione accelerata necessario per azzerare le emissioni nette di CO2 a metà secolo.

Si parla in effetti di un aumento dell’offerta petrolifera globale per 5,9 milioni di barili/giorno entro il 2028, guidato da Stati Uniti, Brasile e Guyana (86% del totale, pari a 5,1 milioni di barili/giorno).

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