Ristrutturazione con ampliamento, come si applica l’Ecobonus?

Un chiarimento ufficiale delle Entrate spiega per quali lavori è applicabile la detrazione fiscale e su quali sezioni dell'edificio oggetto di una ristrutturazione con ampliamento.

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In attesa di sapere come e se la nuova Legge di Stabilità modificherà l’ecobonus dal 2019 (vedi QualEnergia.it 25/10 e QualEnergia.it 19/10), abbiamo pubblicato qualche giorno fa la guida alla detrazione, valida fino al 31 dicembre 2018, e pubblicata a ottobre dall’Agenzia delle Entrate.

In questo documento si chiariscono alcuni dubbi sulle modalità di accesso a questa detrazione, uno di questi è legato alla ristrutturazione con ampliamento.

È possibile richiedere l’ecobonus nel caso di ristrutturazione con ampliamento, spiega l’Agenzia, solo per le spese riferibili alla parte esistente.

La detrazione – approfondisce la guida – non può riguardare gli interventi di riqualificazione energetica globale dell’edificio, considerato che per tali interventi occorre individuare il fabbisogno di energia primaria annua riferita all’intero edificio, comprensivo, pertanto, anche dell’ampliamento.

Sono agevolabili, invece, gli interventi per i quali la detrazione è subordinata alle caratteristiche tecniche dei singoli elementi costruttivi (pareti, infissi, eccetera) o dei singoli impianti (pannelli solari, caldaie, eccetera).

Se con gli interventi di ampliamento si realizzano impianti al servizio dell’intero edificio, la detrazione va calcolata solo sulla parte imputabile all’edificio esistente, non potendo essere riconosciuta sulla parte di spesa riferita all’ampliamento.

Ai fini della individuazione della quota di spesa detraibile si dovrà utilizzare un criterio di ripartizione proporzionale basato sulle quote millesimali.

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