Riscaldamento a legna e pellet, il settore chiede più chiarezza sui dati delle emissioni

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Serve un approfondimento dei dati ufficiali sull'inquinamento atmosferico per evitare valutazioni e soluzioni non adeguate, soprattutto nell’area del bacino padano. Lo chiedono Aiel, Confartigianato Veneto, Anfus e Assocosma. Calano le PM10 prodotte dalla combustione domestica.

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Sebbene il traffico stradale sia nel bacino padano uno di principali responsabili dell’inquinamento atmosferico, nel riscaldamento residenziale le emissioni di polveri sottili da parte della combustione delle biomasse legnose restano una criticità, ma spesso emergono strumentalizzazioni semplicistiche soprattutto da parte del settore dei combustibili fossili, così come diverse carenze sui dati presi a riferimento per definire politiche e norme.

È in sintesi quanto si legge in un comunicato congiunto di Aiel (Associazione Italiana Energie Agroforestali), Confartigianato Veneto, Anfus (Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini) e Assocosma (Associazione Nazionale Costruttori Stufe).

Le organizzazioni chiedono un approfondimento sui dati ufficiali per evitare valutazioni e soluzioni non adeguate, proprio quando nell’area del bacino padano (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) anche in queste giorni si sta registrando un picco di accumulo di inquinanti nell’aria (polveri sottili e ossidi di azoto) anche per le specifiche condizioni meteoclimatiche dell’Area del Bacino Padano.

Specificano però che l’apporto della combustione domestica alla produzione di PM10 è in calo, soprattutto grazie al turnover tecnologico, cioè la sostituzione dei vecchi apparecchi obsoleti con nuovi e performanti generatori a legna e pellet.

Lo confermano i dati pubblicati da ARPA Veneto (-20% negli ultimi 7 anni) e quelli recentemente pubblicati da ARPA Lombardia che presenta un calo del 30% in 5 anni.

Le aziende produttrici di apparecchi domestici e caldaie – spiegano nel loro comunicato – hanno compiuto un grande sforzo nella ricerca e sviluppo di soluzioni tecnologiche sostenibili, per ridurre le emissioni, aumentare l’efficienza e migliorare quindi la qualità dell’aria, un percorso che è in continua evoluzione.

Oggi è infatti possibile scegliere l’apparecchio domestico e caldaie a legna cippato e pellet con le migliori prestazioni in termini di efficienza e riduzione delle emissioni: il decreto ministeriale 186 del 2017 ha introdotto una classificazione a stelle per questi generatori come già avviene per le auto. Nel sistema di certificazione “Aria Pulita” sono più di 2.600 i modelli certificati e classificati.

Le azioni concrete sulle quali le associazioni del settore si stanno impegnate, si sottolinea, e per le quali è richiesto anche il sostegno delle istituzioni, possono essere riassunte in cinque punti:

  1. accelerare il processo di rottamazione delle vecchie stufe e la loro sostituzione con apparecchi e impianti a legna cippato e pellet classificati con le migliori performance
  2. promuovere l’uso di combustibili legnosi certificati e di qualità
  3. garantire una periodica manutenzione straordinaria dei generatori e canne fumarie da parte di operatori professionali
  4. assicurare un’installazione a regola dell’arte da parte di imprese qualificate
  5. promuovere e diffondere tra i cittadini le buone pratiche nell’utilizzo degli apparecchi e caldaie a biomasse e nella loro manutenzione ordinaria.

Per quanto riguarda il pellet, l’Accordo del Bacino Padano siglato tra Ministero dell’Ambiente e Regioni (tra cui il Veneto) per l’attuazione di misure congiunte per il miglioramento della qualità dell’aria prevede l’obbligo per i generatori di calore a pellet domestici di impiegare esclusivamente pellet certificato conforme alla classe A1 della norma UNI EN ISO 17225-2, che ha come elemento distintivo principale un contenuto di ceneri inferiore allo 0,7% (vedi QualEnergia.it).

La certificazione internazionale ENplus® è l’unica che, grazie a un sistema di controlli trasparente e rigoroso lungo tutta la filiera, garantisce al consumatore un prodotto sostenibile e di alta qualità, certificando la conformità del pellet alle classi di qualità più elevate.

I requisiti qualitativi previsti sono persino più restrittivi rispetto alle norme tecniche di riferimento. Il pellet certificato garantisce di ridurre le emissioni rispetto al combustibile non certificato, fino a 2 volte nelle stufe e fino a 4 volte nelle caldaie oltre ad un processo di combustione più efficiente, e quindi anche importanti risparmi economici e maggior durata degli apparecchi.

Per approfondire questi temi le organizzazioni coinvolte organizzeranno a breve un convegno.

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