Via libera al Dpcm con gli incentivi per la riqualificazione della filiera automotive

Stanziati 50 milioni di € per il 2022 e 350 milioni per ogni anno dal 2023 al 2030. Incentivi anche per installare le colonnine di ricarica. Sugli attuali incentivi ai veicoli elettrici la critica di Motus-E.

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È arrivato il via libera al Dpcm con gli incentivi per promuovere la riconversione e riqualificazione della filiera automotive.

Lo comunica il ministero dello Sviluppo economico, in una nota ripresa dall’Ansa.

Per sostenere l’offerta del settore automobilistico, verranno stanziati 50 milioni di € per il 2022 e 350 milioni di € per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030: di questi, il 70% è destinato a contratti di sviluppo e il restante 30% ad accordi per l’innovazione.

Inoltre, viene introdotto per il 2022 un incentivo di 40 milioni di euro, a valere sul Fondo Automotive, per l’acquisto di infrastrutture di potenza standard per la ricarica di veicoli elettrici.

Il contributo è pari all’80% del prezzo di acquisto e posa in opera, nel limite massimo di 1.500 euro per richiedente e di 8.000 euro in caso di posa in opera sulle parti comuni di edifici condominiali; per gli interventi condominiali, è previsto il raggiungimento di un quorum assembleare analogo a quello per il Superbonus (maggioranza degli intervenuti e almeno 1/3 del valore dell’edificio).

Con successivo decreto direttoriale del ministero dello Sviluppo economico, sarà emanata la disciplina procedurale al fine dell’erogazione dell’incentivo.

Ricordiamo che a maggio era stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Dpcm con incentivi per l’acquisto di veicoli non inquinanti elettrici, ibridi e a basse emissioni.

Insieme, i due Dpcm sbloccano l’allocazione della quota delle risorse del “Fondo per la riconversione, ricerca e sviluppo del settore automotive” previste dal DL Energia.

Incentivi non idonei alle auto elettriche

Intanto nei giorni scorsi, dopo i dati negativi sul venduto nell’elettrico a luglio è arrivata una dura critica di Motus-E sugli incentivi per le auto alla spina. “Avevamo previsto già mesi fa – affermano dall’organizzazione che rappresenta gli stakeholder della mobilità elettrica – che gli incentivi a favore delle auto elettriche non avrebbero funzionato e avevamo reso partecipi di questa previsione il Ministero dello Sviluppo Economico”.

“Ora apprendiamo anche la proposta di spostare gli incentivi destinati alla mobilità elettrica verso altri comparti, quali per esempio il diesel. Quello che non ci vede d’accordo è il fatto che con una serie di correttivi, già a suo tempo esposti, si potrebbe davvero far ripartire la mobilità elettrica in Italia. Per esempio, aprendo al settore, da sempre rilevante per le vendite e le immatricolazioni, delle flotte aziendali, stranamente escluso dalle attuali forme di incentivazione, che garantirebbe un usato di qualità; oppure alzando il prezzo limite per le elettriche, ora fissato a 35mila euro. Si tratta di correttivi utili affinché gli incentivi possano davvero incidere e funzionare”, ha detto Francesco Naso, Segretario generale di Motus-E.

L’associazione spiega che in tutti i Paesi europei la mobilità elettrica è in crescita e solo in Italia si sta tornando indietro, a causa di una serie di difficoltà nella fruizione degli incentivi.

Sulle proposte illustrate dal MiSE: “vediamo positivamente il rafforzamento delle strategie per l’installazione di colonnine private nei condomini e un miglioramento delle condizioni di chi vuol accedere agli incentivi acquistando auto a diesel. Ma questa strategia funziona e produce risultati per il Paese se tutti i comparti vengono favoriti con chiarezza e pianificazione”.

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