Recuperare terre rare dai veicoli elettrici a due ruote, il progetto di una startup italiana

Il progetto della startup Rarearth si basa su un processo termomeccanico e chimico proprietario: i magneti recuperati sono venduti a chi produce magneti o direttamente a chi produce motori elettrici. La video intervista.

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L’impatto ambientale legato all’estrazione di alcuni materiali necessari per la produzione di diverse tecnologie, ad esempio per i magneti permanenti usati per le auto elettriche o le turbine eoliche, è uno tra gli aspetti più critici della transizione energetica.

In questo contesto si inserisce il progetto della startup Rarearth, recentemente premiata nel corso di due competizioni tra startup provenienti dal mondo della ricerca (StartCup Lombardia e PNI 2023), che punta al recupero delle terre rare contenute nei magneti di veicoli elettrici a due ruote.

La tecnologia si basa su un processo termomeccanico e chimico proprietario, i magneti recuperati vengono venduti a chi produce magneti o, con ulteriori trattamenti, direttamente a chi produce motori elettrici.

Del progetto e della startup che lo ha elaborato ne parliamo in questa video intervista con Enrico Pizzi, CEO di Rarearth (durata: 11′).

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