Riqualificazione energetica e inclusione sociale: l’esempio francese e le sfide per l’Italia

Una delle migliori pratiche francesi potrebbe essere adottata con maggiore forza anche dall’Italia per combattere la povertà energetica e favorire la decarbonizzazione degli edifici.

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Le famiglie più povere vivono solitamente in edifici energeticamente meno efficienti, cioè quelli che richiederebbero più urgentemente interventi di riqualificazione energetica.

Si tratta, però, di interventi spesso costosi che le persone più bisognose non sono in grado di affrontare.

Come rompere questo circolo vizioso fra povertà economica e povertà energetica, che si trasforma spesso anche in esclusione sociale da tante opportunità di vita?

Ci dono diverse iniziative in Europa, dove il tema della riqualificazione energetica sta diventando sempre più centrale anche grazie agli ambiziosi obiettivi della direttiva “Casa Green”.

La direttiva mira a ridurre il consumo energetico del parco residenziale esistente del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, col 55% del risparmio di energia primaria conseguito rinnovando gli edifici più carenti. Questi obiettivi rappresentano dunque una grande sfida sociale, vista la capacità limitata di spesa delle persone più toccate dal problema.

La maggior parte dei meccanismi esistenti, anche in Italia, è basata infatti sulla fiscalità, rendendoli poco o per nulla accessibili alle persone più povere che non hanno la capienza fiscale per fare rilevanti detrazioni di spesa su interventi di retrofit energetico, né solitamente hanno i soldi o la capacità di accendere i prestiti per fare queste spese.

Resta il fatto che le persone più povere costituiscono il grosso di quei 5 milioni di italiani che vivono in alloggi insalubri e mal isolati. Una ristrutturazione energetica diventa quindi una questione di giustizia sociale e richiede lo sviluppo di soluzioni innovative per raggiungere tutta la popolazione.

La “auto-riqualificazione accompagnata”

In questo contesto, è particolarmente interessante l’approccio dell’auto-riqualificazione accompagnata (auto-rénovation accompagnée o ARA), promosso già da molti anni in Francia.

L’ARA è definita come la possibilità per un proprietario o un inquilino di realizzare da solo, almeno in parte, la ristrutturazione della propria abitazione, con l’assistenza di un professionista.

Sebbene l’auto-ristrutturazione sia sempre esistita, l’integrazione dell’ARA nell’agenda politica punta a democratizzare questa pratica, rendendola più sicura e accessibile, in particolare per le famiglie vulnerabili.

Uno studio dell’’Agenzia per la transizione ecologica francese (ADEME) rivela infatti che l’ARA offre un risparmio economico oscillante fra il 18% e il 50% rispetto a una ristrutturazione classica e contribuisce a rafforzare l’autonomia e l’autostima degli individui. 

In Francia, Les Compagnons Bâtisseurs, un’associazione che lotta contro la povertà energetica e con 14 uffici distribuiti sul territorio, è diventata un attore chiave nell’ARA.

Concentrandosi sulla sicurezza delle abitazioni e, sempre più, sulla ristrutturazione energetica, l’associazione ha lo scopo principale di aiutare le famiglie in grande precarietà energetica: il 71% delle sue attività riguarda abitazioni classificate come “colabrodo energetico” (classi di efficienza energetica F e G), con un risparmio energetico medio del 63% a seguito della riqualificazione.

L’associazione si occupa direttamente dei lavori di cantiere. I lavori più complessi sono eseguiti da professionisti dell’associazione o affidati ad artigiani o imprese. Per i lavori più accessibili, si opera secondo il principio dell’auto-ristrutturazione con un accompagnatore professionale e la mobilitazione di volontari che affiancano il proprietario o l’inquilino dell’alloggio.

Nel 2022, questa associazione ha realizzato 5.546 interventi su abitazioni e 1.562 progetti di ARA, con un aumento del 23% della sua attività rispetto al 2021.

L’associazione è finanziariamente supportata per circa l’80% da contributi pubblici o semi-pubblici, erogati da autorità nazionali o locali o da enti di edilizia sociale e per il 20% da fondi privati, provenienti da fornitori di energia, grandi catene di materiali edili, fondazioni aziendali, industriali e produttori di materiali, casse di pensione, eccetera.

Come avvicinarsi alle popolazioni vulnerabili?

L’approccio de Les Compagnons Bâtisseurs si distingue per un’attenzione particolare alle esigenze dei residenti in situazioni di vulnerabilità, servendosi di 129 punti di incontro locali nei quartieri svantaggiati o “Bricobus” per raggiungere gli individui più isolati.

Queste iniziative, che includono laboratori di bricolage e il prestito di attrezzi, rafforzano il senso di comunità e facilitano la creazione di un primo contatto. Questi approcci, focalizzati su riparazioni di base, sono essenziali per costruire un rapporto di fiducia e valutare le esigenze di riqualificazione abitativa dei residenti, spesso esitanti ad accogliere degli estranei nelle loro case.

Si riesce così a realizzare un audit preliminare per l’identificazione dei lavori necessari nelle abitazioni.

Chi finanzia i lavori di riqulificazione energetica

L’associazione svolge un ruolo cruciale anche nel facilitare l’accesso agli aiuti finanziari per le ristrutturazioni, in particolare per le popolazioni più fragili, spesso caratterizzate da uno svantaggio digitale.

La sua attività permette di ridurre notevolmente i costi per i beneficiari: in un progetto che costa 63.000 €, in media solo 6.000 € rimangono a carico della famiglia, e spesso diventano quasi nulli grazie all’utilizzo di un fondo lavori creato dall’associazione e alle donazioni di materiali da parte di negozi specializzati in bricolage e edilizia.

Inoltre, l’associazione beneficia del sostegno del settore cooperativo. La sede di Lione, per esempio, ha tratto vantaggio dal fondo solidale creato da Enercoop, una cooperativa energetica che ha raccolto 500.000 € grazie anche a un sistema di micro-donazioni istituito per i suoi membri e produttori.

Les Compagnons Bâtisseurs collabora inoltre con CABESTAN, una cooperativa che raggruppa 250 professionisti del settore edile, che offre il suo supporto tramite micro-donazioni di denaro e di tempo su base volontaria.

Empowerment

L’associazione Compagnons Bâtisseurs non si limita a ridurre i costi delle ristrutturazioni, ma anche a sviluppare le competenze dei residenti. Questo aspetto è stato rafforzato da un progetto pilota con l’associazione “Stop Esclusione Energetica”, che ha portato alla creazione del mestiere di “Assemblatore solidale” (Ensemblier Solidaire) e alla formazione di 300 volontari per supportare socialmente e tecnicamente 3.000 persone nella transizione energetica.

L’obiettivo è anche quello di rendere autonomi i residenti e di ricollegarli al mondo del lavoro attraverso queste figure di mediatori. Nel 2022, 125 persone sono state coinvolte in un percorso di reinserimento professionale e altre 184 in una formazione tecnica nel settore edile.

Ancora poco in Italia su questo fronte

In Italia finora sono state identificate solo alcune iniziative di auto-riqualificazione accompagnata, seguendo le raccomandazioni europee sullo strumento degli “one-stop-shop”.

Non si tratta però di iniziative sistematiche come nel modello francese, che mira anche a combattere le radici della povertà energetica.

Le iniziative italiane rimangono principalmente limitate al settore privato o senza scopi di lucro, a differenza di altri Paesi dove le autorità pubbliche, soprattutto quelle locali, cercano di promuovere questo tipo di approccio.

Tuttavia, ci sono alcuni progetti degni di nota:

  • Il progetto ASSIST 2gether, diventato associazione RETE ASSIST, combatte la precarietà energetica formando mediatori per sensibilizzare e guidare le famiglie vulnerabili verso un consumo energetico più efficiente. I mediatori assistono anche nelle procedure amministrative, come le richieste di bonus energetici o i cambi di fornitore.
  • Gli “empori della solidarietà” sono spazi gestiti da associazioni del settore non profit, in partnership con Leroy Merlin, per aiutare persone o famiglie in difficoltà. Funzionano come empori di attrezzi, dove è possibile prendere in prestito gratuitamente il materiale necessario per lavori di manutenzione, piccole ristrutturazioni o decorazioni. Questi empori forniscono anche prodotti consumabili (come vernici, mastici, lampadine, ecc.) a persone vulnerabili o associazioni a costi molto bassi o in cambio di ore di volontariato. I prodotti provengono dagli invenduti di Leroy Merlin, o da merci leggermente danneggiate o obsolete.
  • Il progetto Energia in Periferia, gestito dal Banco dell’Energia, che fornisce gratuitamente piccoli kit di efficienza energetica, come lampadine a basso consumo, e formazione di base sull’energia alle famiglie vulnerabili nelle periferie urbane, oltre a sostenerle nel pagamento delle bollette. Esempi di tali progetti si sono avuti da nord a sud un po’ in tutta Italia, da Milano Quarto Oggiaro a Roma Torpignattara, da Gubbio e Gualdo Tadino in Umbria a Reggio Calabria.
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