Rinnovabili, nei prossimi sette anni vanno triplicate le installazioni annuali

Per rimanere entro 1,5 °C di riscaldamento, su scala globale dovremmo installare in media 1.000 GW di Fer ogni anno fino al 2030. Nel 2022, anno record, abbiamo aggiunto 300 GW.

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Elettrificazione, efficienza e soprattutto rinnovabili, anche stoccate con idrogeno pulito e usando biomassa sostenibile.

Non è certo una novità la ricetta che il mondo deve seguire per rallentare il riscaldamento globale, come quella pubblicata oggi da Irena nella nuova edizione del suo report World Energy Transitions Outlook 2023 (report in basso).

Impressionante è invece la quantificazione che l’Agenzia internazionale per le rinnovabili fa del divario tra il non poco che stiamo facendo e quello che invece dovremmo fare per fermare a +1,5 °C sui livelli preindustriali la febbre del pianeta.

Nel 2022, a livello mondiale abbiamo raggiunto il record di nuova capacità da Fer, con circa 300 GW aggiunto. Da qui al 2030 dobbiamo arrivare a installare ogni anno in media 1.000 GW di potenza da rinnovabili.

Limitare il riscaldamento globale richiede di ridurre le emissioni di CO2 di circa 37 miliardi di tonnellate (Gt) rispetto ai livelli del 2022 e arrivare a zero emissioni nette nel settore energetico entro il 2050.

Gli impegni e i piani attuali sono però ben al di sotto di quanto richiesto dalla traiettoria tracciata da Irena. In teoria si tradurrebbero in un gap di 16 Gt nel 2050 rispetto alla riduzione delle emissioni necessaria. Ma nella pratica le cose rischiano di andare ancora peggio.

Gli impegni di riduzione delle emissioni messi sul tavolo dagli Stati e i vari obiettivi net-zero adottati, se pienamente implementati, potrebbero ridurre le emissioni di CO2 del 6% entro il 2030 e del 56% entro il 2050, rispetto ai livelli del 2022.

Tuttavia – osserva l’Agenzia – la maggior parte degli impegni devono ancora essere tradotti in strategie e piani nazionali dettagliati, attuati attraverso politiche e regolamenti, o sostenuti con fondi sufficienti.

Per questo, secondo lo scenario che Irena disegna in base ai piani delle nazioni, il gap rispetto a quanto dovremmo tagliare le emissioni è ancora più alto: al 2050 avremmo 34 Gt di CO2 di troppo.

Da qui la ricetta che come ingrediente principale ha l’installazione di circa 1000 GW di Fer ogni anno.

Entro il 2050, secondo lo scenario Irena, il consumo globale di energia dovrà diminuire del 6% rispetto ai livelli del 2020 grazie a miglioramenti sostanziali l’efficienza energetica, mentre la quota di rinnovabili nel mix energetico globale dovrà salire al 77% entro il 2050, rispetto al 16% nel 2020.

Tutti i settori di uso finale dovranno alimentarsi con più energia da Fer e la necessaria elettrificazione di trasporti ed edilizia (si veda altro report Irena uscito nei giorni scorsi) richiederà per metà secolo un aumento di dodici volte della potenza da rinnovabili installata (rispetto ai livelli del 2020).

Nel 2022 l’83% della nuova capacità elettrica è arrivato dalle rinnovabili per 300 GW. Arrivare a 1000 GW/anno secondo il report è “tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile”, ma le attuali politiche e investimenti non si stano muovendo in modo adeguato. Il 2022, a causa della crisi energetica, è stato anche l’anno con i più alti livelli di sovvenzioni ai combustibili fossili.

Gli investimenti globali nelle tecnologie per la transizione energetica l’anno scorso hanno raggiunto il record di 1,3 trilioni di dollari, eppure gli investimenti in fossili sono stati quasi il doppio di quelli in fonti rinnovabili.

Le rinnovabili e l’efficienza energetica, sottolinea l’Agenzia, “sono nella posizione migliore per soddisfare gli impegni in materia di clima, nonché la sicurezza energetica e obiettivi di accesso all’energia: i governi devono raddoppiare gli sforzi per garantire che gli investimenti imbocchino la strada giusta”.

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